La potenza inviata alla piastra dei detector VLF è la stessa, sia che sia piccola che grande. Il metal, soprattutto se di qualche anno fa, non ha idea di che diametro di bobina ci sia attaccato. La potenza d'uscita è la stessa e a dispetto di quello che si possa pensare è davvero di entità irrisoria, si tratta probabilmente di qualcosa attorno alle decine di mW (millesimi di watt!). Dico di qualche anno fa, perché i metal di oggi hanno elettronica nelle piastre che svolgono diversi compiti. Negli Equinox informano anche la centralina della originalità della piastra grazie a uno speciale chip crittografico che impedisce di usare piastre non originali. Infatti solo Coiltek ha avuto il permesso di produrre piastre per questa serie Minelab. Tra gli altri compiti dell'elettronica a bordo della piastra ci potrebbe essere quello di informare la centralina di che modello vi sia collegato per effettuare delle regolazioni di qualche tipo, per cui non mi sento di escludere che ci possano essere piccole differenze di potenza impiegata. Tuttavia sempre di potenze irrisorie si parla.
Parlando dell' Equinox per esempio ha una batteria da 5 Ah per 3.7V fa 18.5 Wh (watt/ora). Significa che terrebbe acceso un carico di 18.5 Watt per un ora. Sapendo che il Nox ha un autonomia di circa 12 ore, significa che consuma circa 18.5 / 12 = 1.5 Watt ogni ora. Ed è strano ma vero che probabilmente solo una piccola frazione è inviata alla bobina tx. Per la maggior parte finisce nell'elettronica della centralina. Perfino i led della retroilluminazione se accesi riducono molto l'autonomia. Tra l'altro le batterie di un tempo pur se pesanti e voluminose non avevano assolutamente il rapporto peso/capacità delle attuali al litio. Rispetto a una nickel cadmio di 20 anni fa, una litio di oggi pesa il 60% in meno con la stessa capacità. Molto meno della metà!
Una piastra grande dovrebbe perciò consumare circa come una piccola. Ci possono essere differenze date da diversa reattanza induttiva poiché queste bobine vengono pilotate "non come antenne radio" ma come appunto carichi induttivi. Si va nel tecnico ma suppongo che sia più pratico dire che l'aumento di dimensioni della piastra serve principalmente a rilevare oggetti più profondi ma solo se questi sono anche più grandi.
Se vogliamo trovare target grandi come monete la media dei 10 pollici è la più corretta sperimentalmente. Ecco perché è più o meno la dimensione standard in dotazione ai detector. Ovviamente piccole e grandi hanno pro e contro e la scelta va fatta in base al tipo di terreno e la sua mineralizzazione (le piccole vanno meglio su terreni ostici), il tipo di target e sua dimensione media (target molto piccoli meglio rilevati da piastre piccole), la superficie che si vuol coprire ad ogni passata (le grandi coprono di più), il compromesso con la rapidità di centratura (piastra piccola = centratura più immediata), l'immunità dai disturbi EMI (piastra piccola risente meno), l' efficacia di separazione (piccola separa meglio).
E aggiungo che le grandi pesano di più come è logico.
Se si pensa che aumentando la potenza del segnale inviato alla piastra si possa andare più in profondità, si commette un errore di fondo: non si tiene conto degli effetti del terreno. Riporto le parole dell'ingegnere della Fisher, White's e diversi altri marchi per cui ha inventato detectors:
Dave Johnson:
CITAZIONE
Siamo quasi al "massimo limite" per quanto riguarda la profondità in cui arriveranno le unità VLF? Secondo te, qual è l'ostacolo più grande per la tecnologia attuale nel raggiungere una maggiore profondità di rilevamento utilizzabile?
Dave: “Ottenere una profondità extra da una macchina VLF, multifrequenza o PI è molto difficile, perché queste macchine seguono una relazione inversa della sesta legge di potenza tra tensione del segnale e profondità. Se tutto il resto viene mantenuto uguale, raddoppiare la profondità richiede 64 volte più segnale. Se ciò viene fatto aumentando la potenza del trasmettitore, raddoppiare la profondità richiede un consumo della batteria 4.096 volte maggiore. Questo è il motivo fondamentale per cui gli aumenti di profondità avvengono così lentamente in questo settore.
I metal detector infatti sono macchine che basano la maggior parte delle proprie prestazioni nel rapporto segnale rumore nella parte ricevente più che nella forza bruta della potenza emessa. L'essere immuni ai disturbi è fondamentale. È il discernere dal rumore di fondo il segreto dei detector. Che sia rumore dato da minerali del terreno, disturbi EMI, vibrazioni e colpi sulla piastra, scariche elettrostatiche date da erba bagnata.
Il tx boost, aumentare il voltaggio per dare più potenza alla piastra come poteva fare il v3i è produttivo solo in rari casi in cui il terreno è particolarmente benevolo. Nella maggior parte dei casi è controproducente. Sia in termini di consumo che di benefici. Fosse stata la soluzione sarebbe stato un sistema più diffuso invece è stato limitato a pochi metal che si sono potuti fregiare di settaggi particolarmente approfonditi, come questo White's appunto. Solo nei test in aria un metal cui viene inviata maggior potenza del normale alla piastra può davvero stupire rilevando monete a più di un metro di distanza... peccato che la terra non è aria!