METAL DETECTOR HOBBY

FUCILE VETTERLI MOD. 1870

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view post Posted on 19/9/2016, 15:03     +9   +1   +1
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Feramiu' H24
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Traggo ed elaboro da Wikipedia e dal sito www.il91.it; per le immagini mi sono avvalso di quanto trovato in rete, e sono a disposizione dei vari Autori delle belle fotografie nel caso in cui avessi violato involontariamente un copyright; le ultime tavole sono tratte dalla monumentale opera di Bartocci-Salvatici "Armamento individuale dell'Esercito Piemontese e Italiano 1814-1914".

Storia

Nel 1870 i Bersaglieri comandati da Raffaele Cadorna entrarono a Roma attraverso la breccia di Porta Pia, affrontando con il loro fucili con trasformazione Carcano i soldati papalini, armati con i più moderni fucili Remington in calibro 12,7 che immediatamente furono requisiti e distribuiti ai migliori reparti piemontesi. La sorte dei fucili con trasformazione Carcano era segnata, dato che già da diverso tempo le alte sfere militari pensavano ad una nuova arma moderna per equipaggiare l'esercito. Nel 1869 una commissione, su impulso dal ministro della guerra Cesare Francesco Ricotti-Magnani, valutò i fucili a ripetizione manuale con bossolo metallico modd. Burto, Valdocco, Vetterli, Pieri e Remington. La scelta cadde sul fucile a otturatore girevole-scorrevole svizzero Vetterli Mod. 1869, un'arma a ripetizione con serbatoio tubolare da 11 colpi.


Munizioni Vetterli svizzere ed italiane a confronto


Cartuccia Vetterli con palla blindata, adottata nel 1890


Fucile da fanteria Vetterli svizzero


Carabina Vetterli svizzera


Meccanica del fucile Vetterli svizzero

Da un lato le finanze del giovane Regno stremate dall'unificazione, dall'altro la poca lungimiranza dei Generali che temevano un eccessivo spreco di proiettili da parte dei soldati, portarono il Regio Esercito ad acquisire una versione monocolpo denominata Vetterli Mod. 1870 o Vetterli italiano, oltretutto più semplice ed economico da produrre. L'arma era camerata nel 10,35 × 47 mm R a polvere nera originario, ma a differenza degli svizzeri, che adottavano la munizione a percussione anulare, gli italiani preferirono la cartuccia a percussione centrale, in modo da poter ricaricare i preziosi bossoli in rame.
L'arma fu adottata ufficialmente l'11 agosto 1871 nelle versioni Fucile per la fanteria e Moschetto da cavalleria, seguiti poi dal Moschetto per truppe speciali e dal Moschetto da Carabinieri Reali.


Fucile lungo da fanteria italiano mod. 1870


Moschetto da cavalleria mod. 1870


Moschetto da truppe speciali mod. 1870


Moschetto da Carabinieri Reali mod. 1870

Già nel decennio successivo emerse l'inferiorità della soluzione monocolpo, cosicché si studiarono diverse soluzioni per modificare i Mod. 1870 monocolpo in fucili a ripetizione manuale, applicando un serbatoio. La Regia Marina, per la sua fanteria di marina, adottò la modifica proposta dal capitano del Genio Giovanni Bertoldo (mio bisnonno, N.d.A.), che realizzò ben 8 versioni, per arrivare alla produzione di un fucile, adottato dalla Marina Militare applicando un serbatoio tubolare da 8 colpi al Mod. 1870, creando così il Vetterli-Bertoldo Mod. 1870/82. Oltre alla versione lunga Fucile (o Carabina) Mod. 1882, venne prodotto a livello sperimentale anche una versione accorciata Moschetto Mod. 1882. Pochi anni dopo, tutti i fucili vennero ulteriormente modificati con l'installazione di un serbatoio verticale, ottenendo il Vetterli-Ferracciù Mod. 1870/90, che verrà sostituito a sua volta dal Carcano Mod. 91.


Il fucile progettato dal Capitano Bertoldo


La modifica Ferracciù

Il Regio Esercito invece scelse la soluzione proposta dal capitano di artiglieria Giuseppe Vitali, che progettò il leggendario Vetterli-Vitali Mod. 1870/87 con serbatoio da 4 colpi.


Il caratteristico serbatoio Vitali


Schema del serbatoio ideato da Vitali

Per agevolare e sveltire le operazioni di caricamento, furono ideati dei pacchetti di caricamento in lamierino, che consentivano l'inserimento contemporaneo delle 4 cartucce nel serbatoio. All'interno di questo erano presenti due "labbra" elastiche che trattenevano in situ le cartucce, a questo punto il pacchetto veniva sfilato tirando l'apposito cordino.





La modifica fu estesa a circa 400.000 armi in tutte e quattro le versioni, che furono impiegata fino alla Prima guerra mondiale dalla Milizia territoriale e dalle truppe sedentarie, mentre per la Milizia mobile venne apportata una ulteriore modifica, ricamerando i Mod. 1870/87 per la nuova ordinanza 6,5 × 52 mm, ottenendo così il Vetterli-Vitali Mod. 1870/87/16.


Fucile Vetterli mod. 1870/87/16 in cal. 6,5, notare il serbatoio modificato per accogliere la lastrina del '91

Occorre sottolineare che l'ottusità delle "alte sfere" era dura a morire, e così anche in questa versione fu mantenuto un astruso "limitatore di alimentazione", già installato sulla versione 70/87 ed ottenuto tagliando ad arte il coperchio girevole copri-finestra di espulsione, che consentiva di utilizzare l'arma a colpo singolo, ricaricando manualmente ad ogni colpo, mantenendo però il serbatoio pieno per utilizzarlo esclusivamente in casi d'emergenza... Viene spontaneo chiedersi se il geniale ideatore di questa soluzione si fosse mai trovato in mezzo ad un VERO combattimento...


In questa immagine si nota il manettino di manovra del limitatore, posizionato posteriormente rispetto a quello utilizzato in precedenza per ruotare il coperchietto di protezione dell'espulsione.

I Vetterli monocolpo non convertiti invece finirono il loro servizio armando le truppe coloniali italiane, con la rarissima eccezione di alcuni esemplari di Moschetto per Cavalleria, che a causa dell'applicazione del Sistema Vitali dovettero adottare una baionetta accorciata per permetterne il trasporto nella consueta posizione con la punta infilata nella cassa.


raro esemplare per Cavalleria Coloniale

Alcuni esemplari finirono la loro carriera nei poligoni del Tiro a Segno Nazionale, ricalibrati in .22 LR.


Vetterli mod. 1934 modificato da Beretta in calibro .22 anulare per il Tiro a segno Nazionale.

Tecnica

Fucile Mod. 1870

La versione Fucile, destinata alla fanteria, è lunga 134,9 centimetri senza baionetta. La canna a 4 righe destrorse, lunga 86,2 centimetri, è cilindrica e diventa ottogonale vicino alla culatta. Superiormente è avvitato l'alzo con zoccolo ad alette: il primo tipo è tarato a 2, 4, 6, 8 e 10 ettometri, mentre dal 1881 viene adottato l'alzo tipo "Vecci" (la stessa poi montata sul Vetterli-Vitali Mod. 1870/87, sempre ad alette, tarato da 200 a 1600 metri con scatti da un ettometro.


Alzo tipo Vecci

Presso la volata è fissato il mirino e, sul lato destro, ricavati dal vivo della canna, i due fermi per la sciabola-baionetta.


Il secondo fermo posto vicino alla volata sarà abolito dopo pochi anni.

Il foro di espulsione e di caricamento sul blocco di culatta è protetto da uno sportello anti-polvere cilindrico, che si chiude verso destra, comandato da un pulsante di sblocco zigrinato, a protezione del foro d'espulsione.


Otturatore chiuso, sportello di protezione aperto, dalla finestra di espulsione si nota la lunga molla dell'estrattore.

L'otturatore è uguale a quello dell'originale svizzero ed è caratterizzato dalla grossa sporgenza posteriore, contenente la grande molla a spirale del percussore. Esso, azionato da un manubrio a leva diritta, è munito di estrattore per il bossolo metallico, che viene espulso con l'arretramento dell'otturatore da un piolo estrattore. A differenza del Carcano Mod. 1867, l'armamento del percussore avviene automaticamente con l'apertura e l'arretramento dell'otturatore.


Il complesso otturatore scomposto nelle sue molte parti.

Sull'impugnatura del calcio, sotto ed a destra dell'otturatore, è presente la levetta della sicura "Clavarino", sostituita dal 1884 con la più affidabile sicura "Vitali".


Il gruppo di scatto con in primo piano la sicura del primo tipo, la Clavarino.


Otturatore in apertura, si vede la leva della sicura del secondo tipo, la Vitali.

La cassa è in noce ed è unita alla canna da due fascette; una maglietta è fissata sulla fascetta posteriore, mentre l'altra è fissata sotto al calcio. Un bocchino metallico avvolge l'estremità del fusto, che è forato per accogliere la bacchetta nettatoia in acciaio, terminante con una cruna per lo scovolino. Il ponticello del grilletto è munito di appoggio per il dito medio.


Fucile Vetterli lungo del primo tipo prodotto, in evidenza il bel ponticello col poggia-dito ed i fornimenti descritti nel testo. In questa interessante foto si notano molti particolari adottati nella pre-serie e poi aboliti per contenere i costi produttivi. Ad esempio è presente una sicura al grilletto, il pomo dell'otturatore è dotato di una "noce" di sicura che lo blocca in chiusura agganciando il riscontro visibile sulla cassa. Anche la baionetta è del primissimo tipo ed adotta la costosa impugnatura in ottone nervato, col caratteristico "sperone" sul quillon.

Ruotando verso l'alto il manubrio dell'otturatore ed arretrandolo completamente si estrae il bossolo spento ed automaticamente si arma il percussore. Inserito il singolo colpo, si spinge in avanti l'otturatore contro la culatta e lo si porta in chiusura ruotandolo verso destra. L'arma è così pronta a sparare.

• peso dell'arma senza baionetta: 4,100 g;
• lunghezza dell'arma senza baionetta: 1.349 mm;
• alzo a ritto graduato fino alla distanza: 1.600 m;

Moschetto da Cavalleria Mod. 1870



Venne adottato con atto del 1º luglio 1872 e distribuito ai cavalieri non armati di lancia. L'arma con le stesse caratteristiche dei precedenti, differisce per la mezza cassa con il bocchino che funge da fascetta e regge la maglietta anteriore della bandoliera; inoltre è munita di baionetta a ghiera con lama a sezione cruciforme; quando non inastata normalmente, viene inastata al rovescio, in modo da inserire la lama in un'apposita scanalatura sul fusto della cassa.



La bacchetta nettatoia è custodita in un apposito recesso nella pala del calcio, chiuso da un apposito sportellino metallico. L'alzo ad alette è limitato a 1000 metri.

• lunghezza dell'arma senza baionetta: 928 mm;
• alzo a ritto graduato alla distanza di: 1.000 m

Moschetto per Truppe Speciali Mod. 1870

Il Moschetto TS è simile al Fucile, dal quale differisce per la minore lunghezza della canna e quindi della cassa, unite da una sola fascetta; più corta è ovviamente anche la bacchetta, collocata nel fusto della cassa. Il ponticello del grilletto è privo dell'appoggio per il medio. Inizialmente montava un alzo a fogliette tarato fino ad 800 metri, poi dal 1885 fu dotato dell'alzo a quadrante con zoccolo ad alette tipo "Vecci" tarato a 1600 metri, lo stesso del Fucile da fanteria. Inizialmente assegnato agli zappatori di fanteria, in seguito fu distribuito al genio e all'artiglieria.



• lunghezza dell'arma senza baionetta: 1.097 mm
• lunghezza della canna: 606 mm
• peso: 3,550 kg
• lunghezza della canna: 610 mm

Moschetto da Carabinieri Reali Mod. 1870


Un Moschetto per CC.RR. con baionetta riposta.



Assegnato ai Carabinieri Reali con nota del 23 settembre 1886, era unico sia per i carabinieri a piedi che per i carabinieri a cavallo. Simile al Moschetto da Cavalleria Mod. 1870, con la sola fascetta del bocchino, la bacchetta nel calcio e la baionetta a ghiera. Differisce per la maggiore lunghezza della canna e per il bocchino arrotondato. Provvisto di alzo graduato a 1600 metri.


Moschetto da Carabinieri-Guardie del Re Mod. 1870

Differisce dal Moschetto per CC.RR. per la presenza della bacchetta posta in un foro della cassa e per le forniture in bronzo.


Le baionette

Con l'adozione del Vetterli si decise di non adottare le baionette originali svizzere, ne vennero quindi progettati e realizzati vari modelli ex-novo dagli arsenali di stato italiani.







Baionetta primo tipo, molla corta, lama accorciata per Moschetto T.S.


Baionetta Mod. 1879, molla allungata, fodero del 2o tipo


Baionetta per Truppe in Africa (a mio parere bellissima!)


Baionetta accorciata ma stranamente non privata del quillon (gancio di crociera) per fucile mod. 1870/87/16. Vale la pena di ricordare che la parte terminale della lama derivante dall'accorciamento venne prontamente riciclata per dar vita al famoso pugnale da Ardito...


Pugnale da Ardito, primo tipo.

Edited by sofocle62 - 20/9/2016, 16:47
 
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tenent

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Interessantissimo post su un fucile che mi piace molto complimenti
 
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view post Posted on 19/9/2016, 23:26     +1   +1
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GURKHA

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Gran bel post...ben fatto e ben documentato

GRAZIE Albe'
 
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cristiano

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Che dire Alberto , grazie :clap: questo forum per qualità non è secondo a nessuno ;)
 
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Grazie ragazzi! :D Ci sto ancora lavorando ma ho voluto condividerlo in modo che chi vuole possa intervenire, correzioni ed integrazioni sono ben accette!!! :D ;)
 
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Letto tutto ieri sera. Thumbs up!
 
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Alaska, rileggilo, rifatto quasi tutto!!! :D

Va bene trarre ed ispirarsi, ma a me non piace il ctrl+c-ctrl+v... :P :P :P
 
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Albe'....non ho piu'parole....post spettacolare....sempre piu' bello
 
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Davvero ben fatto. Molto bravo, tutto interessante ed esaustivo!
 
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Albè adesso ho capito perchè ti piacciono tanto le armi antiche... !!!!

sei un pronipote d'Arte !!!!!! dicci qualcosa di più del tuo Bisnonno !!!!
 
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view post Posted on 20/9/2016, 12:21     +1   +1
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soldà

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:clap: complimenti anche da parte mia bel post veramente :woot_jump:
 
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sergent

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complimenti Alberto.... un po' mi ero già documentato dopo che mi avevi detto che i pallettoni che avevo trovato erano di un vetterli 1870 ma non avevo approfondito più di tanto...
Bello davvero.
Grazie
 
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view post Posted on 20/9/2016, 12:55     +1   +1
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Il ferro nel DNA :D

Grazie soprattutto per gli "spaccati" della meccanica e dettagli degli accessori, anche se di non facile reperibilità non è impossibile trovare pezzi e questi post sono fondamentali per riconoscerli ;)

Mi ha molto incuriosito il percussore ad esempio, sembra quasi quello di un fucile ad ago... efficace di sicuro ma... anche efficiente???

Andando sulle baionette poi... non credo fosse facile sparare con quella a sciabola con manico in ottone, lunga e pesante! L'eliminazione dell'aggancio in volata ha coinciso con la sostituzione del legno all'ottone? :unsure:
 
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view post Posted on 20/9/2016, 13:06     +1   +1
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CITAZIONE (cesira.66 @ 20/9/2016, 13:55) 
Il ferro nel DNA :D

Grazie soprattutto per gli "spaccati" della meccanica e dettagli degli accessori, anche se di non facile reperibilità non è impossibile trovare pezzi e questi post sono fondamentali per riconoscerli ;)

Mi ha molto incuriosito il percussore ad esempio, sembra quasi quello di un fucile ad ago... efficace di sicuro ma... anche efficiente???

Andando sulle baionette poi... non credo fosse facile sparare con quella a sciabola con manico in ottone, lunga e pesante! L'eliminazione dell'aggancio in volata ha coinciso con la sostituzione del legno all'ottone? :unsure:

.....direi....anche un po' di piombo!!!!!!! :P :D :woot:
 
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view post Posted on 20/9/2016, 13:44     +1   +1
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CITAZIONE (brakketto @ 20/9/2016, 12:25) 
Albè adesso ho capito perchè ti piacciono tanto le armi antiche... !!!!

sei un pronipote d'Arte !!!!!! dicci qualcosa di più del tuo Bisnonno !!!!

Ciao Brak! Già, a quanto pare provengo da una, anzi da due famiglie dove il ferro era importante... Mio papà buonanima era un grande appassionato di armi e di meccanica, per il mio sesto compleanno mi regalò il suo Flobert calibro 6mm, prontamente convertito al.22 short e poi, da me ( :P :P :P ) al .22 L.R. , erano altri tempi! :( Invece il bisnonno Giovanni era il nonno di mia madre, e proveniva da una famiglia che portò l'industria metalmeccanica pesante nel Canavese alla fine dell'800. Sapevo di questa cosa, ma della sua partecipazione alla gara per il Vetterli l'ho scoperto poco tempo fa. Per intanto su questo sito www.comune.fornocanavese.to.it/inde...-tre-spade.html ci sono un pò di notiziole generiche, e scoprirete che alcuni oggetti ancora (credo) noti arrivano da lì... :P



Edited by sofocle62 - 20/9/2016, 15:04
 
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