Si può vedere il mare, dietro quella gemma, proprio come in alcune conchiglie lo si può sentire. Blu Oltremare. Sottile la banda dell' anello, oro su oro, la pelle lucida, la delicatezza della mano di lei, così longilinea, ne esalta l'eleganza.
"Chissà se come in una sfera di cristallo, posso vedere riflesso anche il nostro futuro", pensava.
Torbido questo mare in tempesta, di onde spumeggianti, di schiuma, solo la luce del faro buca la nebbia. "Si può vedere il cielo nei suoi occhi.", pensava. Nuvoloso. Di nuvole cariche di pioggia che nascondono il sole. Le volute barocche sul castone dell'anello sembrano cartigli arrotolati di una profezia scritta su di noi.
"Forse qualcuno già sa come questo andrà a finire", pensava, "perché tutto un giorno va a finire nel profondo del mare". L'anello sull'anulare lo calza così disinvolta ma non come segno di fedeltà, non come un cappio, non come una catena, perché sta qui ora davanti a me; seduti al tavolino, mano nella mano, navighiamo. Chi conosce veramente la meta quando si salpa, quando il timone lo guida l'istinto, quando le vele le gonfia il maestrale? L'amore è quell'isola deserta su cui tutti cerchiamo di naufragare per ritrovare noi stessi, le sue labbra come scogli su cui appigliarsi quando si è in balia. Il quadrifoglio sul castone, petali di un 'm'ama o non m'ama" cui si ha paura di strappare. "mi ama?" Pensava. In lei si incarnano tutte le qualità del Rinascimento, l'aspetto di una dama veneziana. La scaramanzia di un simbolo, il fiore della fortuna di averla incontrata. Sento sotto i polpastrelli il freddo del metallo e il calore del suo cuore, l'oggetto inanimato e l'animosità della sua carne, il battito del suo polso. Il tavolo balla, sembra una seduta spiritica, mi viene il mal di mare. Il braccio che si ritrae, mi convince ad ammainare la libido. La gemma è come un bocciolo che aspetta l'impollinazione dell'ape, il mio bacio. È uno specchio che riflette la ripetitività della storia, che segue e si sussegue, di amanti che si sono già tenuti la mano come noi, ora granelli di sabbia sulla spiaggia. L'infinito che si sublima in un filo d'oro circolare, un Uroboro. "Il futuro mi spaventa, dovrei regalarle in paio di guanti", pensava.
