Grazie Cesira! infatti non capivo cosa intendessero per libbra italiana...
Gli inglesi hanno sparato eccome, ancora oggi alcuni edifici ne portano le cicatrici, tra i quali la facciata rivolta al mare, del palazzo del comune, in piazza Grande(oggi piazza Unità).
A riguardo, dalla rete:
Napoleone incontrò una gelida accoglienza a Trieste quando occupò la città in tre diverse occasioni (1797; 1806-1807; 1809-1813), obbligando la popolazione alla leva obbligatoria, abolendo il porto franco e involontariamente causando un grave ristagno economico a causa del blocco navale inglese.
La dominazione francese viene inoltre ricordata per un evento meno conosciuto, ma altrettanto importante: Trieste subisce per la prima volta un blocco navale, con tanto di assedio dal mare.
È infatti il 1813 quando la flotta di Sua Maestà Britannica, agli ordini del Controammiraglio Thomas Freemantle, bombarda la città e sbarca diverse truppe – marines inglesi – alle porte della città, dove si battono contro le truppe francesi asserragliate a San Giusto.
Ne rimangono ancora le cicatrici sugli edifici, a oltre due secoli di distanza: cinque palle da 32 libbre sulla facciata del Teatro Verdi, altre due da 32 libbre su quella della cattedrale di San Giusto, una palla da 48 libbre incastonata nella casa di Chiadino n. 5, un’altra in via Bazzarini n. 20, altre due nella casa di Via Rota n.1 e infine un’ultima incastrata in una casa di via Commerciale.
La minaccia dal mare si riaffacciò a Trieste con la Primavera dei Popoli del 1848 e la cosiddetta Prima Guerra di Indipendenza. La rivoluzione divampò inizialmente violenta e talmente rapida da sorprendere austriaci e rivoluzionari nello stesso momento.
Il Lombardo-Veneto fu liberato talmente in fretta da stupire lo stesso Radetzky, che ebbe tuttavia l’accortezza di conservare il “Quadrilatero” (Peschiera, Mantova, Legnago e Verona) dal quale scatenerà poi un vendicativo contrattacco.
La proclamazione della Repubblica di San Marco (22 marzo 1848) non seguì tuttavia a un’altrettanto rapida azione navale contro la flotta austriaca, che riuscì a sfuggire largamente indisturbata. Gorizia rimase fedele agli Asburgo, fatta eccezione per un breve scambio di opuscoli liberali verso il 1849, tra i quali intervenne un giovanissimo Graziadio Isaia Ascoli, mentre Trieste a sua volta si mantenne fedele all’Austria.
Il tentativo d’instaurare la Repubblica di San Giusto con Giovanni Orlandini non fa che confermare la fedeltà all’Impero: un tentativo abortito sul nascere, guidato da un gruppuscolo di studenti senza legami con le classi borghesi e popolari e malmenato ai primi “moti” addirittura dai facchini del Porto. La città si contenterà poi della Costituzione (25 aprile 1848), in seguito abolita (1852) da uno Franz Joseph ancora giovane e cresciuto sotto gli insegnamenti di Metternich.
Intanto la flotta austriaca, dopo aver dichiarato il blocco navale di Venezia (3 maggio 1848) si ritirava all’arrivo della flotta napoletana.
In quel momento si ritrovavano nell’Adriatico tre diverse flotte nemiche dell’Austria, ovvero la piemontese, guidata dall’ammiraglio Albini, la flotta veneziana e quella napoletana, tuttavia incerta sull’agire a causa degli ordini contraddittori di Ferdinando II delle Due Sicilie.
Il 23 maggio 1848 le flotte assediavano brevemente Trieste, con scarso successo: fino al 28 infatti non si sparò un singolo colpo di cannone, in quanto i consoli della Confederazione Tedesca avevano informato gli italiani che la città era sotto la loro protezione e che ogni atto di guerra sarebbe valso come un attacco nei loro confronti. L’11 giugno veniva proclamato il blocco navale di Trieste, ma la flotta austriaca, al sicuro nella baia della città, rimase pressoché indisturbata, mentre la flotta napoletana si ritirava dall’arena dello scontro. L’armistizio di Salasco (9 agosto 1848) poneva fine a un blocco tragicomico nella sua inefficacia.
L'articolo completo:
www.triesteallnews.it/2018/09/15/i...ore-di-barcola/CITAZIONE (nanosipe @ 11/6/2020, 22:42)
Il mio sogno
Eh beh Nano, di sicuro un ritrovamento emozionante da fare.
Vediamo se riuscirò a convincere il mio amico a cedermela. Non posso vederla buttata in una cassetta di legno in mezzo agli attrezzi.