Buongiorno a tutti,
oggi ci spostiamo in Toscana con un'altro tipico coltellino regionale, l'inconfondibile
palmerino di Scarperia, paese che vanta un antica e blasonata tradizione di coltellinai già a partire dal 1538.
Piccolo, leggero ed elegante era un coltello senza molla della famiglia dei temperini da scrivania, un tempo molto usato quale accessorio da scrittoio per appuntire la penna d'oca o per raschiare la scrittura ad inchiostro dalle pergamene, usato ancora in seguito per fare la punta alle matite o tagliare la punta ai sigari.
(
tavola tratta dal Gibelli, Memorie di cose... Ed. Priuli & Verlucca, Aosta 1987)
Questi coltelli potevano avere una o due lame e il manico dal tipico disegno era ricavato da un unico pezzo di corno molto appiattito e sottile.
Come illustrato in un vecchio catalogo dell'epoca, che descrive quelli prodotti dalla ditta Raffaello Milani nelle due versioni.
Ed ecco qui il mio esemplare, si tratta di un palmerino a due lame con manico in unico pezzo, cosiddetto in punta di corno,
firmato MODI Scarperia, databile dalla penultima metà dell'ottocento ai primi decenni del secolo successivo.
Segnalo inoltre l'interessante volume di Luciano Salvatici, "I coltelli di Scarperia",
Editore: Centro di Ricerca e Documentazione sull'Artigianato dei Ferri Taglienti, Scarperia.
Oggi a Scarperia questo simpatico modello è ancora riprodotto da varie aziende come la rinomata Conaz di Consigli, l'azienda Berti che lo produce ancora in corno di bufalo in due differenti misure e l'azienda Saladini.
I prezzi di queste riproduzioni non sono propriamente economiche e si aggirano attorno alle cento euro e in alcuni casi anche di più, ma bisogna contare che sono prodotti artigianali realizzati in modo raffinato e di ottima qualità.