Tra i tanti oggetti che si possono rinvenire sui campi di battaglia della prima guerra mondiale, di particolare interesse, per il significato che avevano per i soldati al fronte e per i loro familiari che attendevano notizie dai loro cari, ritengo doveroso fare menzione dei calamai.
Sfidando il fuoco nemico e tutte le difficoltà del caso, la corrispondenza dal fronte era di particolare importanza: i familiari desideravano infondere speranza al proprio caro in trincea, i soldati invece, rassicurare i parenti e trarre conforto per superare i momenti difficili, nella speranza di poter, quanto prima, tornare alle proprie vite.
I momenti dedicati a queste operazioni, erano quelli di riposo tra un combattimento e l'altro, magari in retrovia in un breve periodo di recupero.
Come è noto, la Censura Militare controllava la corrispondenza in uscita, limitando le informazioni scomode. Da casa le informazioni che arrivavano erano veritiere, come l'esito dei raccolti, l'allevamento del bestiame e l'andamento della vita della famiglia. Dal fronte invece, le notizie che arrivavano dovevano essere sempre positive e dovevano rassicurare i parenti che presto la guerra sarebbe finita positivamente, senza fare menzione degli orrori e dei momenti difficili.
Come è noto, il tasso di analfabetismo all'ora, era molto alto, quindi molti soldati dovevano rivolgersi ai propri commilitoni più colti per scrivere e leggere, le proprie lettere.
Per quanto fossero già presenti le prime penne stilografiche ricaricabili ad inchiostro, la maggior parte utilizzavano delle penne con pennino metallico e, come già viste da scavo in questo forum, molti soldati si fabbricano penne e pennini, ricavati da bossoli di proiettili.
L'inchiostro non sempre era disponibile, quindi ci si doveva arrangiare con quello che si aveva. Testimonianze raccontano che ci si arrangiava, sciogliendo le mine dei lapis in acqua, utilizzando poi un pennino legato a dei bastoncini di legno.
Tornando ai nostri calamai, ne esistevano di forme diverse: tondi, quadri, esagonali, ottagonali, piramidali, cilindrici. Di diverse dimensioni e colori.
Generalmente gli italiani prediligevano la tipologia tondo/cilindrica senza appoggio per il pennino mentre gli austriaci invece, quelli quadri o esagonali, con uno o più appoggi.
I calamai all'epoca, erano fatti in vetro stampato o soffiato, oppure più raramente in ceramica o terracotta.
Ma iniziamo a vedere qualche esemplare da scavo, presente nella mia collezione.
Calamai italiani.
Il più comune calamaio italiano che più spesso si può incontrare sui campi di battaglia. Base tonda e colore verde, variabile in diverse tonalità e di altezze leggermente differenti:
Sul fondo o è liscio o sono presenti dei numeri goffrati, che se non sbaglio, dovrebbero indicare la diversa tonalità del colore:
Calamaio italiano, base quadra/rettangolare, colore verde chiaro/azzurro, doppio appoggio per il pennino, senza goffrature sul fondo:
Calamaio italiano, o quel che ne resta, base quadra/rettangolare, colore verde chiaro, senza goffratura sul fondo e goffratura sul fianco "G. Gnocchi Milano":
L'impresa nacque nel 1876, quando Giovanni Gnocchi costituì una piccola officina per la fabbricazione di inchiostri di china, colle e ceralacche, situata vicino a piazza Argentina.
SEGUE...