Abbastanza di recente siamo stati in gruppo al Santa Maria della Scala di Siena: era stata presa una guida che, in parole semplici e senza perdersi in tanti discorsi (come è facilissimo fare in un posto del genere), ha parlato dell’essenziale: la guida era tra l’altro una ragazza molto carina: diciamo che si faceva ascoltare volentieri!
Il Santa Maria della Scala altro non è che una struttura ospedaliera antica, di origini medievali. La farò molto breve perché perdersi nei discorsi e negli svariati approfondimenti è molto semplice.
All’interno c’è un’ampia zona che si chiama “Pellegrinaio”: da evidenziare il fatto che il Santa Maria della Scala è ospedale rimasto attivo fino a pochi anni fa. Infatti gli ultimi reparti vennero trasferiti nel grande ospedale senese delle “Scotte” nel 1998. Il cosiddetto pellegrinaio era la sala adibita all’accoglienza dei viandanti bisognosi di ricovero e cure.
Nel passeggiare durante le spiegazioni della piacente guida, rimasi fortemente colpito da un affresco il cui nome è “La cura e il governo degli infermi”: l’autore è Domenico di Bartolo che ha composto questa opera tra il 1440 e il 1441.
La cosa che colpisce anche se da un lato ovvia, è il caos e la presenza di animali nonostante la gente dovesse farsi curare bruttissime ferite (come l’uomo nella parte centro-sinistra dell’affresco).
Ma ancor di più venni colpito dalla figura all’estrema destra dell’affresco..
Quell’uomo, intento a portare una barella a spalla insieme ad un altro, è un infermiere. E mi colpì il fatto che indossasse degli zoccoli. Il fatto che indossasse zoccoli in quel modo non è perché avesse delle strane inclinazioni sessuali ma perché, come ci disse la bella guida, era importante tenere i piedi il più distanti possibile dalla pavimentazione: un discorso di igiene. Però, o zoccoli o no, poi ti trovavi davanti un paio di cani che si azzannavano davanti a un disgraziato che perdeva fiumi di sangue a causa di un bruttissimo squarcio nella coscia..ma d’altronde eravamo nel basso medioevo..
Alla prossima!