Un po di tempo fa scavando una buca di rifiuti tedesca (vedi discussione
https://metaldetector.forumfree.it/?t=72458759), assieme ad altra interessante oggettistica, fu riesumata anche parte di un mirino contraereo per mitragliatrice tedesca MG. Tutti gli oggetti furono ripuliti, classificati e restaurati, ma di lui al momento dei lavori fu perduta ogni traccia. Solo in seguito nel riordino del garage fu di nuovo rintracciato in ulteriori peggiori condizioni a causa degli ancora più vistosi danneggiamenti subiti nel frattempo. Il suo stato era talmente disastrato che fu di nuovo accantonato in attesa di prendere una decisione sul possibile recupero o la definitiva collocazione in discarica.
In questi giorni, approfittando della calura estiva che ci impone una forzata pausa di ricerca con i metal, è stato di nuovo preso in considerazione il mirino. Valutando la sua scarsità di recezione in ricerca da scavo e soprattutto analizzando il suo interesse nel completamento dell'attrezzatura a suo tempo recuperata, è stato deciso di provvedere ad un restauro ricostruttivo delle sue parti mancanti, operazione questa di non troppa difficoltà ma oltremodo di certosina ed accurata precisione. Prima di iniziare il lavoro è stato doveroso risalire alla reali misure dell'oggetto, ottenute facendo le dovute comparazioni con una foto di un'uguale mirino estrapolata dal web.
Con riferimento al cerchio più piccolo in nostro possesso, attraverso il sistema proporzionale, sono state ricavate le dimensioni degli altri due cerchi mancanti, l'esterno ed il mediano, rispettivamente di 10,5 cm e di 7,8 cm di diametro. Ricavata anche la lunghezza di 4,3 cm del supporto del mirino e la larghezza di cm 1x1 della placchetta di fissaggio alla canna della mitragliatrice.
Per la ricostruzione delle parti mancanti è stata adoperata una lamiera ossidata proveniente da discarica, del filo di ferro malleabile di 1 mm di diametro, la colla cianoacrilica U 21 e la polvere di ruggine.
QUESTE LE FASI PIU' SALIENTI DEL LAVORO.Ricostruzione dei due cerchi mancanti.Ritaglio di due striscioline di lamiera di 0,6 mm di larghezza e di lunghezza appropriata per raggiungere i diametri dei due cerchi da ricostruire. Incollaggio delle stesse a misura con colla cianoacrilica U21.
Verifica visiva delle proporsioni ottenute.
Ricostruzione del supporto del mirino e della placchetta di fissaggio alla canna.Ritaglio di due piccole striscioline di lamiera di 0.6 mm di larghezza e di 4,3 mm di lunghezza in modo da ottenere, accoppiandole, lo spessore del supporto. Ricostruzione della placchetta unendo tre parti di lamiera di larghezza 1x1 mm e incollaggio della placchetta alle lamiere accoppiate del supporto.
Verifica visiva della uguale curvatura del supporto con la curvatura del cerchio esterno.
Tracciatura del reticolo del mirino.Tracciatura su foglio A3 del reticolo del mirino. Posizionamento di ciò che resta del mirino recuperato e dei due cerchi ricostruiti opportunamente distanziati fra loro in originale maniera. Segnatura con pennarello indelebile della distanza dei fori da eseguire, sia sui cerchi che sul supporto del mirino.
Foratura dei cerchi e del supporto.Operazione di foratura con punta da 1 mm dei due cerchi, operazione questa di non facile esecuzione e di estrema precisione, eseguita a mano con trapano Dremel. Foratura con punta da 3 mm del supporto e della placchetta.
Realizzazione del reticolo del mirino.Tagliando del filo di ferro malleabile di 1 mm di diametro sono stati realizzati 8 piccoli spezzoni. Gli spezzoni ottenuti passando attraverso i buchi dei cerchi formano il reticolo del mirino. Con l'utilizzo di un puntino di colla ogni spezzone è stato fermato in maniera inamovibile ai buchi dei cerchi rendendo compatta e solida la struttura del mirino.
Applicazione del supporto al cerchio esterno del mirino.Servendosi di una pinza a scatto per rendere stabilmente inamovibile il supporto sul cerchio esterno è stata eseguita la foratura dello stesso per il passaggio dei rivetti di fissaggio. Visto la fragilità dell'oggetto ricostruito, dovendo essere ribaditi, sono stati utilizzati dei rivetti di alluminio molto malleabile in modo da evitare possibili compromissioni provocate da un'eccessiva potenza d'urto della martellatura.
Il mirino ricostruito.Invecchiamento del mirino.Per dare uniformità alle parti ricostruite con ciò che restava del mirino originale è stato adoperato il valido ed ormai collaudato sistema della colla e della polvere di ruggine. Passate più volte sulle parti metalliche lucentemente nuove, hanno reso il tutto ossidato, discretamente omogeneo e visibilmente accettabile.
Il mirino a fine lavoro trattato con prodotto consolidante/conservativo Paraloid B72.Il mirino a completamento dell'altra attrezzatura recuperata..Doppio caricatore Patronentrommel da 75 cartucce calibro 7,92x57 Mauser.
Bacchetta nettatoria e sgovolino per canna di mitragliatrice antiaerea MG15.
Scatolina oliatore purtroppo priva del beccuccio.
Estrattore manuale per l'estrazione del colletto dei bossoli rotti dalla camera di cartuccia. (Durante il combattimento l'eccessiva cadenza di tiro dell'arma, dai 1000 ai 1500 colpi al minuto, se protratta per lunghi periodi di tempo, provocava un surriscaldamento della canna che durante l'estrazione del bossolo poteva causare la rottura del suo colletto. Data la possibilità del frequente inceppo il kit di manutenzione dell'arma in dotazione al mitragliere, prevedeva anche questo indispensabile accessorio. Nella ricerca con il metal il suo incontro è di vera rarità).
Tanichetta da 5 litri di petrolio per la pulizia dell'arma. Senza nessuna scritta la sua specifica identificazione sarebbe stata cosa ardua, ma grazie ad una bella fotografia d'epoca, forse scattata in Russia nel 1942, è stato possibile risalire al suo reale contenuto, Ol (petrolio).
Un po di storia delle MG (Maschinen-Gewehr) tedesche.Con l'inizio degli anni 30 e con l'avvento al potere del Nazismo, vi fù una spinta al potenziamento dell'armamento delle varie specialità d'arma dell'esercito. La produzione bellica nazionale fu incrementata e nuove tipologie di armi più moderne furono create. Fra queste un occhio di riguardo fu proiettato verso le mitragliatrici come armamento di supporto per la fanteria e quale arma indispensabile per la difesa/offesa a bordo dei caccia e dei bombardieri. Già nel 1929 fu realizzata l'MG29 che però non riscontrando un parere favorevole quale arma aerea fu soppianta dalla più versatile MG15. Considerata un'arma efficace per la sua cadenza di tiro di 1000 colpi al minuto, con l'inizio del conflitto risultò invece poco adatta al combattimento aereo a causa della poca capacità del serbatoio delle munizioni Patronentrommel da 75 colpi (il suo svuotamento avveniva in appena 4 secondi mettendo in difficoltà i mitraglieri che dovevano sospendere il tiro per i relativi 5 secondi che servivano a sostituire il serbatoio vuoto con uno pieno) e soprattutto per la scarsa potenza delle cartucce 7,92x57 Mauser che risultarono poco efficaci nell'abbattimento degli aerei alleati. L'MG15 fu gradatamente sostituita con la moderna e più efficace MG81 ma non usci dalla scena del conflitto andando ad equipaggiare le truppe di terra quale specifica arma di difesa contraerea, in postazione fissa, contro gli attacchi al suolo dei velivoli nemici. Non essendo utilizzabile quale arma di supporto di squadra, nel 1934 per la fanteria fu adottata l'MG34. Molto più versatile e di moderna concezione l'MG34 ben si prestava ad assolvere il ruolo di arma da assalto e se equipaggiata con treppiede Lafette mod.34 munito di congegno ottico telescopico, anche quello di arma pesante di accompagnamento con tiro utile di interdizione fino a 1800 metri di distanza. Molto apprezzata per le sue innovative caratteristiche quali la possibilità della veloce sostituzione della canna, il peso ridotto, l'alto volume di fuoco, la semplicità di smontaggio in fase di manutenzione, peccava per la troppa precisione del suo meccanismo che imponeva costanti e continue manutenzioni. La versatilità dell'arma in tutte le situazioni di combattimento compreso l'impiego come arma contraerea ne decretò un positivo utilizzo fino alla fine del secondo conflitto mondiale. Ma con l'evolversi del conflitto che come un crogiolo risucchiava armi, uomini e mezzi, nel 1942 l'economia tedesca stressata da tale situazione impose una drastica riduzione dei costi di produzione orientandosi su realizzazioni più semplici ed economiche. Nel settore delle mitragliatrici fu realizzata la nuova MG42 che pur non sostituendo del tutto l'MG34 divenne la mitragliatrice di eccellenza dell'esercito tedesco. Economica da costruire perché realizzata in metallo stampato si dimostrò subito affidabile, resistente, sicura e di facile utilizzo. Le caratteristiche evolutive acquisite con l'MG34 furono mantenute apportando ad esse delle migliorie come l'utilizzo dei nastri metallici di contenimento delle munizioni che raggiunsero la capacità di 250 colpi riposti in cassette metalliche di trasporto e non più in caricatori. Questa ultima caratteristica si rese necessaria in quanto il volume di fuoco dell'arma portato a 1500 colpi al minuto, macinando munizioni in numero esorbitante ne imponeva una superiore disponibilità rispetto alla più vetusta MG34. Per la notevole celerità di fuoco l'MG42 fu una delle più temute mitragliatrici del secondo conflitto mondiale che impressionò gli avversari a tal punto da essere soprannominata SEGA DI HITLER. Anche l'MG42 assolse eccellentemente sia il compito di arma di squadra, di reparto e di arma contraerea. In quest'ultima versione, come la consorella MG34 fu adoperata in postazione fissa, da truppe appiedate in assalto sul campo e come arma di dotazione nei sidecar e nei mezzi cingolati.
Foto d'epoca di una mitragliatrice MG34 contraerea in postazione fissa.
Foto d'epoca di una mitragliatrice MG34 montata su di una autoblindo da ricognizione Sd.Kfz 221.
Foto d'epoca di due paracadutisti tedeschi in azione sul campo con mitragliatrice MG34 contraerea.
Sperando di aver suscitato interesse e fatto cosa gradita....
Un cordiale saluto a tutti.
Luciano&Enrico
Edited by Talpaman - 29/7/2019, 11:07