METAL DETECTOR HOBBY

La “MINERALIZZAZIONE”..

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view post Posted on 27/3/2019, 21:20     +18   +1   +1
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DEUS 2
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Si tratta di un aspetto del metal detecting tanto fondamentale quanto drammatico ma spesso mal interpretato e anche del tutto ignorato.

Per quale motivo se andiamo su un terreno e, ad esempio, sotterriamo una moneta da 50 centesimi di euro a 20 centimetri, il nostro detector ci devasta le membrane dei timpani quando invece, con le stesse impostazioni e medesimo detector, lo stesso target sotterrato alla stessa profondità ma su un terreno diverso, non viene assolutamente rilevato? Ecco che entra in gioco la cosiddetta mineralizzazione.

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La mineralizzazione altro non è che la quantità di determinate classi di minerali che caratterizzano un terreno: minerali del ferro, ossidi di ferro come ad esempio l’ematite, oppure sali alkalini...oppure entrambe le tipologie!

Guardate ad esempio questa pietra...

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È una pietra di ematite e quindi dal caratteristico colore rossastro. Misura 10cm di larghezza per 5 di spessore. L’ematite è un minerale del ferro, un ossido di ferro. Questa pietra la utilizzo per fare rapidi test, sia con VLF che pulsati. È molto mineralizzata, sicuramente più dei lastroni refrattari. Solamente una minuscola parte dei VLF riesce a rilevare target posti sotto di essa. Con il Dèus 3.2 non era possibile nemmeno abbatterla.

Giusto per rendere l’idea di quanto possano essere mineralizzate le zone di terra rossa ricche di ematite e ossidi di ferro in generale, posto questo mio video di qualche anno fa per far vedere ma soprattutto sentire quanto suona un pinpointer a contatto con la terra, senza avergli fatto l’abbattimento. Scorrete al secondo 0:30 ed ascoltate.

Video

In generale è sbagliato considerare un terreno mineralizzato solamente basandosi sul colore che lo determina ma, se un terreno è rosso, allora significa che vi è presenza di ossidi di ferro e quindi con una mineralizzazione ferrosa più o meno intensa. Il miglior metodo per valutare l'intensità della mineralizzazione di un determinato terreno è comunque e indubbiamente la prova empirica: sotterrare un target e valutare smanettando allegramente col nostro detector! :D

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(La mia buca test estrema: 50 centesimi di euro a 50 cm su terra scarsamente mineralizzata)

Vorrei però spostare l’attenzione su un aspetto che molti confondono, non soltanto novellini ma anche cercatori che dicono di essere esperti o addirittura veterani. Proprio da uno di questi “veterani”, lessi un discorso del tipo:”La terra era molto mineralizzata, il metal mi leggeva 88...”. No, quel numero rappresenta la fase del terreno ovvero la sua tipologia che a noi, fondamentalmente, poco importa. Ci importa però, e parecchio, dell'intensità. Molti metal detector, oggigiorno, offrono letture del terreno: fase ed intensità della mineralizzazione. Non sono affatto dati da prendere come verità assolute ma possono comunque essere di aiuto: presa confidenza con uno strumento ed instaurato un buon feeling con il nostro compagno di ricerca, le letture possono aiutarci nella valutazione e quindi nella scelta di un valido setting per affrontare e gestire al meglio un determinato terreno: gestire al meglio inteso come al meglio delle possibilità di quel metal detector su quel terreno. È chiaro che se vado sull’ematite con un garrettino (sempre sia lodato), non posso di certo lamentarmi se non mi rileva 50 euro cent sepolti a 5/7 centimetri! Peggio ancora se vado su un terreno vulcanico che, cosa risaputa, è caratterizzato da una estrema intensità della mineralizzazione. Quindi vanno scisse le 2 cose: la fase, e cioè la tipologia del terreno e l’intensità, vale a dire quanto un terreno è mineralizzato, cioè quanti minerali del ferro lo compongono e caratterizzano.

Prima di iniziare a parlare dei terreni salini, vi posto 2 foto.

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Le ho messe in quanto ho appena parlato delle letture degli strumenti: sono le letture del ground del v3i e del Dèus. Qui potremmo aprire un ampio dibattito sulla lettura di fase del Dèus che, come vedete, nonostante l’intensa mineralizzazione (barra a destra piena), ha una fase piuttosto bassa se paragonata alla lettura (ground probe) del v3i che ci restituisce invece una lettura di 88 (VDI -88). Ricordo che su un campo, anni fa, ero col Dèus che, a tratti, si innervosiva e poi si placava...ci impazzii! Si innervosiva perché il terreno aveva una fase tendente al salino (in automatico vidi anche un GMI nettamente inferiore al 60) e, in tracking, si impostava automaticamente su bassi valori di fase e poi, al contrario, quando una hot rock passava sotto la piastra (quel campo è pieno di pietre calde), si settava a 86/88 placandosi ma adesso non voglio andare OT sulla lettura di fase e seguente comportamento del Dèus che meriterebbero un’approfondita ed articolata trattazione a parte. Come già detto, sono letture da prendere con le molle e che servono solamente per una migliore interpretazione con conseguente intervento sui parametri della macchina.

Ecco, prima di trattare l’argomento mineralizzazione salina, metto un grafico che postai anche tempo fa, preso da una discussione sullo Spectra v3i e letta sul sito straniero Findmall, che fa capire le letture VDI della fase.

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Tutto ciò che un detector “legge” attraverso la piastra, restituisce un VDI: in questo caso viene riportato l'esempio del v3i ma vale anche per gli altri. Anche il terreno viene sentito da un metal detector come se fosse un target: partendo da sinistra vediamo una porzione colorata in grigio, ed inquadrabile in una piccola porzione del range del ferroso, che rappresenta e riassume in breve quelli che sono i terreni “normali”. Salendo da sinistra a destra, fino ad arrivare ai 90 gradi del grafico, incontriamo il range salino. Se poi proseguiamo a destra vediamo ed incontriamo i VDI di metalli nobili, da quelli scarsamente conduttivi ai più conduttivi.

Bene, dopo questa breve e semplificata premessa, oltre alla mineralizzazione ferrosa abbiamo la mineralizzazione salina. Ma anche entrambe sommate!

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È un ambiente ostico soprattutto per i metal monofrequenza che riescono a compensare soltanto un tipo di mineralizzazione per volta ma questo è un altro aspetto che approfondiremo prossimamente. Va evidenziato il fatto che la mineralizzazione salina non è presente solamente al mare ma anche nei campi! Il sodio, elemento del sale, a contatto con l’acqua si ionizza aumentando esponenzialmente la conduttività: ecco il problema. Come tutti ben sappiamo, però, i sali dei fertilizzanti sono ampiamente presenti nei campi e, basandosi su ciò che è stato appena detto, quando piove e la terra ricca di sali di fertilizzanti si bagna, arrivano i problemi!
Ed ecco anche il perché, andando sulla sabbia asciutta, possiamo andare in ricerca anche con un entry level: purché però sia sabbia neutra o quasi e non nera!

Ciao a tutti!

Edited by _Napalm - 28/3/2019, 00:35
 
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view post Posted on 27/3/2019, 21:32     +1   +1   +1
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Grande Napa bellissimo post che aiuta a far chiarezza su un argomento di basilare importanza e spesso sottovalutato. Scritto benissimo!
 
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view post Posted on 27/3/2019, 21:54     +1   +1
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Ti ringrazio Manny, felice che tu abbia apprezzato! ;)
 
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view post Posted on 27/3/2019, 22:57     +1   +1   +1
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cristiano
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Come dice Manny ,un argomento che fa la differenza tra trovare target e non trovare una cippa, grazie Riccardo :clap:
 
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view post Posted on 27/3/2019, 23:02     +2   +1   +1
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DEUS 2
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Ahahaha! :lol:

Grazie Cris!
 
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harvester.m
view post Posted on 28/3/2019, 10:48     +1   +1   +1




Come ti avevo già detto un argomento molto importante che rendi comprensibile anche alle mezze cartucce come me! Si nota l'impegno già percepito nei tuoi test ,tra l'altro graditissimi! Grande Riccardo continua cosi!
 
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view post Posted on 28/3/2019, 10:52     +1   +1   +1

sergent
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Grande, un lavoro molto utile che comunque fa capire la tua passione e competenza! :clap:
 
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view post Posted on 28/3/2019, 11:25     +1   +1   +1
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Sono chi0 sono ,con molti difetti ma rasento la perfezione : P
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ottimo lavoro ! questo aiutera' moltissimo i nuovi ma anche i vecchi ricercatori ;) :)
 
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view post Posted on 28/3/2019, 11:51     +1   +1   +1
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general

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Ottimo Rik.. io son veramente nociona su ste cose quindi vediamo se ho capito... la variazione di ground bilance influenza il vdi, la fase invece la capacità di rilevazione del target ... :unsure:
 
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view post Posted on 28/3/2019, 11:54     +2   +1   +1

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interessante e di sicura utilità per molti.
Se posso permettermi ti sei concentrato sul colore della terra (aspetto sul quale potremmo dire molto) ma hai dimenticato tutta la parte legata al substrato che è un aspetto principe e raramente analizzato dai detectoristi......Magari in futuro potresti estendere la tua argomentazione.

:-)
 
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view post Posted on 28/3/2019, 12:01     +1   +1
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general

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Ciao Gio.. son curiosa.. cosa intendi per substrato.. fammi capire , so che questo è il tuo pane quotidiano e ne approfitto, in effetti anche io “mai coverto” ! :P
 
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view post Posted on 28/3/2019, 12:19     +2   +1   +1

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Cerco di non essere tecnico e di dire le cose con estrema semplicità ben sapendo di rischiare di raccontare di fatto delle "non verità tecniche" ma richierei diversamente di essere noioso.

La copertura terrigena (il terreno) normalmente deriva dalla alterazione e fratturazione del substrato ovvero della roccia "madre". già qui le cose si complicherebbero ma diciamo per comodità che sia cosi....

Sempre in condizioni di "normalità" ed in assenza di fattori esterni che per ora non valutiamo la roccia la trovi sotto la suddetta "copertura" che è appunto caratterizzata da relitti della roccia madre. La profondità di posizionamento del substrato dipende da molti moltissimi fattori (ovviamente) come da molti fattori dipende lo stato di consistenza della roccia (cioè il substrato) che può essere più o meno alterato e fratturato (soprattutto nella parte a contatto con la copertura laddove il passaggio è dettato dalla presenza del cappellaccio di alterazione).


Ora traduco brutalmente. Io posso avere un terreno rosso o bruno nocciola senza che ci sia di fatto un problema di "mineralizzazione" mentre posso avere terreni con relitti di roccia madre in "pezzature" grossolane che mi danno grossi problemi. Posso avere terreni non disturbanti che coprono substrato fortemente disturbanti in maniera più o meno rilevante quindi con effetti sull'uso del md più o meno evidenti.

Da queste premesse di per se complicate arriviamo poi a discutere delle rocce sedimentarie che alterano i propri comportamenti in funzione degli elementi che le compongono ma volendo potremmo anche estendere il discorso alla coperture terrigene di origine differente rispetto al substrato...

?somma argomenti ce ne sono e ogni volta che leggo di mineralizzqazione (anche da case costruttrici) leggo di terreni rossi, ematite o sabbie nere.... se parliamo di interazione tra uso del md e mineralizzazione, semplicemente, non possiamo evitare di considerare il substrato perchè troppo spesso ho visto amici non capirci più un belino semplicemente perchè erano in un settore di ofioliti subaffioranti mentre poco prima erano in settori sereni perchè costituiti da coperture elevate.

Cmq l'articolo è apprezzabile ed è stato apprezzato da operatore del settore ovviamente posto l'attenzione su spinoff che secondo me andrebbero approfonditi. Gradita molto la frase "In generale è sbagliato considerare un terreno mineralizzato solamente basandosi sul colore" in effetti è sbagliato senza "in generale" ma anche questo è argomento quasi filosofico della materia :)
 
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view post Posted on 28/3/2019, 13:02     +1   +1   +1
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CITAZIONE (liguri!!! @ 28/3/2019, 12:19) 
Cerco di non essere tecnico e di dire le cose con estrema semplicità ben sapendo di rischiare di raccontare di fatto delle "non verità tecniche" ma richierei diversamente di essere noioso.

La copertura terrigena (il terreno) normalmente deriva dalla alterazione e fratturazione del substrato ovvero della roccia "madre". già qui le cose si complicherebbero ma diciamo per comodità che sia cosi....

Sempre in condizioni di "normalità" ed in assenza di fattori esterni che per ora non valutiamo la roccia la trovi sotto la suddetta "copertura" che è appunto caratterizzata da relitti della roccia madre. La profondità di posizionamento del substrato dipende da molti moltissimi fattori (ovviamente) come da molti fattori dipende lo stato di consistenza della roccia (cioè il substrato) che può essere più o meno alterato e fratturato (soprattutto nella parte a contatto con la copertura laddove il passaggio è dettato dalla presenza del cappellaccio di alterazione).


Ora traduco brutalmente. Io posso avere un terreno rosso o bruno nocciola senza che ci sia di fatto un problema di "mineralizzazione" mentre posso avere terreni con relitti di roccia madre in "pezzature" grossolane che mi danno grossi problemi. Posso avere terreni non disturbanti che coprono substrato fortemente disturbanti in maniera più o meno rilevante quindi con effetti sull'uso del md più o meno evidenti.

Da queste premesse di per se complicate arriviamo poi a discutere delle rocce sedimentarie che alterano i propri comportamenti in funzione degli elementi che le compongono ma volendo potremmo anche estendere il discorso alla coperture terrigene di origine differente rispetto al substrato...

?somma argomenti ce ne sono e ogni volta che leggo di mineralizzqazione (anche da case costruttrici) leggo di terreni rossi, ematite o sabbie nere.... se parliamo di interazione tra uso del md e mineralizzazione, semplicemente, non possiamo evitare di considerare il substrato perchè troppo spesso ho visto amici non capirci più un belino semplicemente perchè erano in un settore di ofioliti subaffioranti mentre poco prima erano in settori sereni perchè costituiti da coperture elevate.

Cmq l'articolo è apprezzabile ed è stato apprezzato da operatore del settore ovviamente posto l'attenzione su spinoff che secondo me andrebbero approfonditi. Gradita molto la frase "In generale è sbagliato considerare un terreno mineralizzato solamente basandosi sul colore" in effetti è sbagliato senza "in generale" ma anche questo è argomento quasi filosofico della materia :)

Grazie! In effetti non ci avevo mai pensato al fatto che lo strato sotto la superficie, magari anche non direttamente raggiunto dal “cono d’onda” del metal può comunque modificare la rilevazione del segnale... :unsure:
 
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view post Posted on 28/3/2019, 16:28     +1   +1

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prova a girare sil gruppo di Voltri e/o in zona eclogitica vedrai come ti sballa il metal :D :D :D :D :D
 
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