Si tratta di un aspetto del metal detecting tanto fondamentale quanto drammatico ma spesso mal interpretato e anche del tutto ignorato.
Per quale motivo se andiamo su un terreno e, ad esempio, sotterriamo una moneta da 50 centesimi di euro a 20 centimetri, il nostro detector ci devasta le membrane dei timpani quando invece, con le stesse impostazioni e medesimo detector, lo stesso target sotterrato alla stessa profondità ma su un terreno diverso, non viene assolutamente rilevato? Ecco che entra in gioco la cosiddetta
mineralizzazione.
La mineralizzazione altro non è che la quantità di determinate classi di minerali che caratterizzano un terreno: minerali del ferro, ossidi di ferro come ad esempio l’ematite, oppure sali alkalini...oppure entrambe le tipologie!
Guardate ad esempio questa pietra...
È una pietra di ematite e quindi dal caratteristico colore rossastro. Misura 10cm di larghezza per 5 di spessore. L’ematite è un minerale del ferro, un ossido di ferro. Questa pietra la utilizzo per fare rapidi test, sia con VLF che pulsati. È molto mineralizzata, sicuramente più dei lastroni refrattari. Solamente una minuscola parte dei VLF riesce a rilevare target posti sotto di essa. Con il Dèus 3.2 non era possibile nemmeno abbatterla.
Giusto per rendere l’idea di quanto possano essere mineralizzate le zone di terra rossa ricche di ematite e ossidi di ferro in generale, posto questo mio video di qualche anno fa per far vedere ma soprattutto sentire quanto suona un pinpointer a contatto con la terra, senza avergli fatto l’abbattimento. Scorrete al secondo 0:30 ed ascoltate.
VideoIn generale è sbagliato considerare un terreno mineralizzato solamente basandosi sul colore che lo determina ma, se un terreno è rosso, allora significa che vi è presenza di ossidi di ferro e quindi con una mineralizzazione ferrosa più o meno intensa. Il miglior metodo per valutare l'intensità della mineralizzazione di un determinato terreno è comunque e indubbiamente la
prova empirica: sotterrare un target e valutare smanettando allegramente col nostro detector!
(La mia buca test estrema: 50 centesimi di euro a 50 cm su terra scarsamente mineralizzata)
Vorrei però spostare l’attenzione su un aspetto che molti confondono, non soltanto novellini ma anche cercatori che dicono di essere esperti o addirittura veterani. Proprio da uno di questi “veterani”, lessi un discorso del tipo:”La terra era molto mineralizzata, il metal mi leggeva 88...”. No, quel numero rappresenta la
fase del terreno ovvero la sua tipologia che a noi, fondamentalmente, poco importa. Ci importa però, e parecchio, dell'
intensità. Molti metal detector, oggigiorno, offrono letture del terreno: fase ed intensità della mineralizzazione. Non sono affatto dati da prendere come verità assolute ma possono comunque essere di aiuto: presa confidenza con uno strumento ed instaurato un buon feeling con il nostro compagno di ricerca, le letture possono aiutarci nella valutazione e quindi nella scelta di un valido setting per affrontare e gestire al meglio un determinato terreno: gestire al meglio inteso come al meglio delle possibilità di quel metal detector su quel terreno. È chiaro che se vado sull’ematite con un garrettino (sempre sia lodato), non posso di certo lamentarmi se non mi rileva 50 euro cent sepolti a 5/7 centimetri! Peggio ancora se vado su un terreno vulcanico che, cosa risaputa, è caratterizzato da una estrema intensità della mineralizzazione. Quindi vanno scisse le 2 cose: la
fase, e cioè la tipologia del terreno e
l’intensità, vale a dire quanto un terreno è mineralizzato, cioè quanti minerali del ferro lo compongono e caratterizzano.
Prima di iniziare a parlare dei terreni salini, vi posto 2 foto.
Le ho messe in quanto ho appena parlato delle letture degli strumenti: sono le letture del ground del v3i e del Dèus. Qui potremmo aprire un ampio dibattito sulla lettura di fase del Dèus che, come vedete, nonostante l’intensa mineralizzazione (barra a destra piena), ha una fase piuttosto bassa se paragonata alla lettura (ground probe) del v3i che ci restituisce invece una lettura di 88 (VDI -88). Ricordo che su un campo, anni fa, ero col Dèus che, a tratti, si innervosiva e poi si placava...ci impazzii! Si innervosiva perché il terreno aveva una fase tendente al salino (in automatico vidi anche un GMI nettamente inferiore al 60) e, in tracking, si impostava automaticamente su bassi valori di fase e poi, al contrario, quando una hot rock passava sotto la piastra (quel campo è pieno di pietre calde), si settava a 86/88 placandosi ma adesso non voglio andare OT sulla lettura di fase e seguente comportamento del Dèus che meriterebbero un’approfondita ed articolata trattazione a parte. Come già detto, sono letture da prendere con le molle e che servono solamente per una migliore interpretazione con conseguente intervento sui parametri della macchina.
Ecco, prima di trattare l’argomento mineralizzazione salina, metto un grafico che postai anche tempo fa, preso da una discussione sullo Spectra v3i e letta sul sito straniero Findmall, che fa capire le letture VDI della fase.
Tutto ciò che un detector “legge” attraverso la piastra, restituisce un VDI: in questo caso viene riportato l'esempio del v3i ma vale anche per gli altri. Anche il terreno viene sentito da un metal detector come se fosse un target: partendo da sinistra vediamo una porzione colorata in grigio, ed inquadrabile in una piccola porzione del range del ferroso, che rappresenta e riassume in breve quelli che sono i terreni “normali”. Salendo da sinistra a destra, fino ad arrivare ai 90 gradi del grafico, incontriamo il range salino. Se poi proseguiamo a destra vediamo ed incontriamo i VDI di metalli nobili, da quelli scarsamente conduttivi ai più conduttivi.
Bene, dopo questa breve e semplificata premessa, oltre alla mineralizzazione ferrosa abbiamo la mineralizzazione salina. Ma anche entrambe sommate!
È un ambiente ostico soprattutto per i metal monofrequenza che riescono a compensare soltanto un tipo di mineralizzazione per volta ma questo è un altro aspetto che approfondiremo prossimamente. Va evidenziato il fatto che la mineralizzazione salina non è presente solamente al mare ma anche nei campi! Il sodio, elemento del sale, a contatto con l’acqua si ionizza aumentando esponenzialmente la conduttività: ecco il problema. Come tutti ben sappiamo, però, i sali dei fertilizzanti sono ampiamente presenti nei campi e, basandosi su ciò che è stato appena detto, quando piove e la terra ricca di sali di fertilizzanti si bagna, arrivano i problemi!
Ed ecco anche il perché, andando sulla sabbia asciutta, possiamo andare in ricerca anche con un entry level: purché però sia sabbia neutra o quasi e non nera!
Ciao a tutti!
Edited by _Napalm - 28/3/2019, 00:35