Nella momentanea impossibilità di percorrere lunghe distanze, gioco forza abbiamo dovuto ripiegare in luoghi di facile accesso che calpestati dai più, in apparenza risultano ormai sterili. Ma se quell'ormai apre le porte alla "dea bendata" allora anche uscite senza pretese si possono trasformare in qualcosa che collezionisticamente parlando, può divenire davvero interessante. Il territorio della nostra ricerca in passato è stato oggetto di sosta più o meno lunga di vari eserciti con prevalenza tedesca prima ed americana poi. In due brevi uscite, una discarica pattumiera nella prima e lo scavo di un'oggetto singolo nella seconda hanno reso questo. Nella maggior parte gli oggetti recuperati si sono rivelati di origine tedesca e di requisizione italiana e data l'atavica scarsità del loro abbandono molto interessanti.
LO SCAVO.Dalla discarica.
I più interessanti al momento dello scavo.
L'oggetto singolo.
GLI OGGETTI RIPULITI A CASA.ANALISI E CLASSIFICAZIONE DEGLI OGGETTI.<i>Il tubetto dei medicinali.Il piccolo tubetto di vetro con il proprio contenuto di pasticche egregiamente conservate. E' la prima volta in assoluto che ci capita di assistere a questa conservazione che dopo 70 anni e passa di interramento, ha davvero del miracoloso. Purtroppo non essendo presenti marchi sul tappo e con a possibile etichetta scomparsa non ci è dato di risalire a quale tipo di prodotto fanno capo le pastiglie.
<i>Il pacchetto di medicazione.Altra chicca di unicità d'incontro è il pacchetto tedesco di medicazione individuale. La fragilità del suo involucro ne determina una vera e propria rarità di scavo e recuperarlo in ricerca con il metal è cosa alquanto inusuale e molto ambita. La conservazione degli inchiostri è davvero ottima tanto da consentire ancora la lettura (ovviamente per chi conosce la lingua) delle sue caratteristiche. In origine il pacchetto era comprensivo anche di un involucro formato da un fazzoletto di tela di cotone colore verde feldgrau che era fermato con un filo di spago. Il pacchetto recuperato, anche se adoperato, stirato e ricomposto rappresenta davvero un buon introito della nostra collezione di scavo.
Quello non di scavo già presente in collezione.
Gli ogggetti sopra descritti erano di uso standard nell'equipaggiamento del soldato tedesco e tutte le branchie dell'esercito li avevano in dotazione quindi risalire attraverso essi ad uno specifico reparto è cosa davvero impossibile, ma se analizziamo con attenzione quelli qui di seguito postati possiamo classificare la specializzazione d'arma che li ha usati. La classificazione è ampiamente supportata dal contesto storico del nostro terreno di ricerca nel quale durante il periodo 1943/44 furono presenti formazioni tedesche della 16 SS Reichfuhrer Infanterie Division supportate da altri reparti quali l'indipendente Schwere Panzerabteiulung 504 equipaggiato con i potenti carri armati Tiger I pesanti 56 tonnellate ed armati con cannone da 88mm.
Insegna dello Schwere Panzerabteiulung 504.1943. Alcune foto d'epoca di carri Tiger I nello scacchiere Tunisino durante la campagna in Africa del Nord.
Alcuni significativi oggetti recuperati in discarica erano parte integrante della dotazione in uso negli equipaggi dei carri di tale battaglione.
<i>Le cuffie radio.Purtroppo le cuffie sono state recuperate prive degli auricolari i quali potevano, attraverso i loro marchi, indicarci il modello e le caratteristiche della ricezione. Comunque indagando sul Webb siamo riusciti a darle la giusta collocazione come accessorio per la ricezione radio in dotazione ai carristi tedeschi. Abbiamo potuto esaminare modelli molto simili con le stanghette di regolazione della lunghezza dell'auricolare smontabili e scorrevoli inserite, come nel nostro caso, in un piccolo supporto rivettatto alla struttura della fascia elastica. Vi è però anche un modello di produzione italiana quasi identico a quello della discussione, ma per stabilire se effettivamente trattasi di questo sarebbe stato di capitale importanza il recupero degli auricolari. Comunque, dopo l'8 settembre 1943 l'adozione regolamentare di materiale italiano requisito da parte dei tedeschi è cosa abbastanza comune percui anche se si trattase di modello italiano, il suo uso è stato sicuramente tedesco. A conferma di quanto sopra esposto si può prendere in considerazione anche il recupero di altra svariata e minuta oggettistica effettuato negli anni nel posto, che era caratteristica delle formazioni germaniche di carri armati quali totenkopf da mostrina, bottoni verniciati di nero delle spalline della feldjacken, piastrine di riconoscimento di acciaio inox e di ferro zincato, insegne di grado. Di significativa importanza che toglie ogni dubbio sulla presenza sul territorio dello Schwere Panzerabteiulung 504 fu il recupero della particolare chiave del quadro di accensione di un Pzkpfw VI Tiger I Ausf E da 56 tonnellate.
Le cuffie completate con l'altra oggettistica caratteristica dell'arma.
<i>I laringofoni in bachelite?Se per ricevere il suono servivano le cuffie, per comunicare mantenendo la presa delle mani libera era indispensabile il laringofono. Il laringofono è un'attrezzatura un pò fastidiosa ad indossarsi, ma nel contempo semplice e di valida resa. La scomodità è dovuta essenzialmente al posizionamento, attraverso una cinghietta di cuoio o di tela, dei coni sensori (microfoni) di amplificazione della voce al collo dell'operatore. I due coni sono collocati alla giusta distanza per aderire alle corde vocali in modo da captarne suono e vibrazioni. Ogni cono convoglia il suono su di un cavo elettrico e i due cavi si riuniscono in uno per l'invio del segnale alla ricetrasmittente. Questo tipo di microfono è capace di captare la voce anche in ambienti rumorosi dove altri tipi di microfoni non avrebbero una buona funzionalità in quanto la voce sarebbe sovrastata dal rumore ambientale. Durante la seconda guerra mondiale tale sistema fu largamente usato sia nei cokpit degli aerei che nelle torrette dei carri armati. I tedeschi fecero molto uso della seconda opzione ed ogni capocarro ne fu provvisto come dotazione. In diascarica ci siamo imbattuti nel recupero di quattro piccoli coni in bachelite rossa che dopo la ripulitura, smontandoli è stato possibile analizzare la loro struttura interna.
Non siamo certi che questi siano dei coni trasmettitori di laringofoni, ma analizzando i pezzi smontati si potrebbe attribuirgli tale funzione in quanto nel loro piccolo sembrerebbero delle vere e proprie casse di risonanza. Il tappo molto sottile ha le caratteristiche di un buon trasmettitore di suono.
Il suono, che potrebbe essere la voce, si ripercuote nella campana e amplificato dalla stessa si trasmette al pezzo conico centrale in bachelite che è comprensivo al suo interno di un perno in acciaio munito di punta.
Come nelle pipette delle candele tale punta si inserisce in un cavetto multifilo elettrico che provvede a condurre il suono. Il cavo elettrico è tenuto in sede e bloccato dalla ghieretta filettata posteriore in bachelite che funge anche da bloccaggio del cono al collare di cuoio o di tela.
Marchio di fabbrica e numero (forse) progressivo presenti su di un tappo.
Purtroppo anche se la cosa potrebbe essere fattibile, non siamo riusciti a trovare riscontri e conferme a quanto sopra esposto e quindi il tutto resta un'ipotetica congettura. Grazie in anticipo a tutti coloro che possono dare eventali informazioni in merito.
L'oggetto singolo.Ma il ritrovamento più interessante dell'uscita, ritrovamento che per le nostre zone assurge quasi alla rarità, è l'oggetto recuperato singolo. Trattasi di baionetta tedesca per fucile Mauser K98 completa di fodero. La posizione perfettamente verticale nella quale è stata recuperata non è consona di una casuale perdita e presumibilmente essa può essere stata conficcata di proposito in quella posizione. Il luogo del recupero è poco distante dal bordo di quella che sembra essere una regolamentare trincea a zig-zag tedesca e per dare un senso al ritrovamento si potrebbe ipotizzare che l'oggetto sia stato abbandonato per cause impellenti di evacuazione. Durante l'estate 1944 reparti della 16^ SS Panzergranadier Division erano presenti sul posto per il contenimento del fronte che stava risalendo dalla linea del Cecina. Nel diario storico 363th della 91st Infantry Division americana nelle vicinanze del luogo è contemplato un combattimento, fissato alla data del 22 luglio 1944 giorno in cui fu raggiunta anche l'importante stazione ferroviaria di Tombolo. Può essere che sotto bombardamento (in luogo sono presenti alcuni crateri di bombe) oppure nella convulsa azione di ritirata il soldato proprietario dell'attrezzo si sia dimenticato di lui abbandonandolo sul posto. Poi, tempo e successivi possibili riporti di terra influendo sulla morfologia del territorio, possono essere la causa del profondo interramento del reperto.
A casa dopo il lavaggio e la sommaria pulizia baionetta e fodero si presentano in buone condizioni di conservazione con il materiale ancora integro e sano anche se sulla costolatura del fodero si riscontrano alcune piccole lesioni. La posizione verticale dell'interamento se da una parte è stata positiva per la sua conservazione ha comunque creato un'accumolo di acqua nella parte finale del fodero coinvolgendo anche la punta della lama. Onde conservare nel tempo l'integrità di questo importante pezzo da collezione il suo restauro è stato oltremodo doveroso.
Lama e fodero risultano bloccati dall'ossidazione, ossidazione che è stata fovorita dalla costante presenza di acqua nel fodero. Nella parte iniziale del lavoro prima di procedere all'eventuale sbloccaggio della lama dal fodero, quest'ultimo è stato soggetto a forte riscaldamento in modo da fare evaporare tutta l'acqua contenuta. Il tutto è stato possibile grazie alle fratture che hanno reso possibile la fuoriuscita del vapore.
In seguito con cautela attraverso leggeri colpi di martello il miracolo della separazione ha avuto buon esito, tanto che l'ultimo pezzo della lama è stato sfilato incredibilmente a mano.
Bainetta e fodero separati pima e dopo una veloce ripulitura superficiale.
Con questa anche se pur sommaria e non definitiva pulizia abbiamo potuto visionare i marchi e classificare la baionetta. La bainetta reca il n° di matricola 1413 ed è stata costruita nel 1941 dalla fabbrica c.o.p (Carl Urban Stanzwerk u. Metallfabrik Velbert/ Reinland).
Purtroppo a causa della martellatura, durante la procedura di separazione le piccole lesioni presenti sul fodero si sono ulteriormente aggravate causando l'inevitabile lavoro di riparazione e restauro.
Il lavoro non è stato troppo impegnativo ed adoperando il collaudato sistema colla Loctite e polvere di ruggine risultato è stato di buona resa.
Il fodero a fine restauro prima del trattamento finale.
La lama della baoinetta già in buone condizioni di conservazione è stata sottoposta a carteggiatura per eliminare i residui dell'ossidazione e ridare lucentezza al metallo. L'impugnatura a causa delle fragili gancette di bachelite non è sta soggetta a ulteriori trattamenti in attesa che l'umidità residua evapori in modo naturale.
Baionetta e fodero a fine lavoro trattatati con prodotto conservativo Paraloid B72 e vernice spray trsparente opaca.
Il connubio riunito.
Gli oggetti traslati nel ripiano della vetrina della collezione ad impinguamento della dotazione di un soldato tedesco del Reich.
Soddisfazione e contentezza per questi ultimi per noi rari recuperi, soprattutto per la baionetta che oltre all'inusuale per le nostre zone acquista un fascino particolare perchè di accertata proprietà di un menbro della 16^SS in quanto nella limitrofa zona, nel tempo, sono state recuperate anche queste altre interessanti reliquie.
Beh, quando ormai credi che tutto sia finito ecco che rispuntano uscite come questa che ti spronano a continuare ancora con questa nostra bellissima passione.
Cordiali saluti a tutti
Luciano&Enrico
Edited by Talpaman - 29/5/2018, 18:18