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LA VALLE DELLA CAFFARELLA ED IL TEMPIO DEL DIO REDICOLO

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view post Posted on 20/5/2018, 09:31     +1   +1   +1
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GURKHA

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LA VALLE DELLA CAFFARELLA ED IL TEMPIO DEL DIO REDICOLO



La valle della Caffarella prende il suo nome dalla storica famiglia Caffarelli, proprietaria della grande tenuta della valle chiamata nei tempi antichi anche dell’Almone.

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La valle all’inizio del novecento confinava con il vicolo della Caffarella, con la via Latina, con la tenuta del Corso, con la proprietà dei Torlonia, con la via Appia Pignatelli e la via Appia Antica.

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Durante l’età Romana la tenuta si chiamava Triopio ed apparteneva ad Erode Attico, uomo di grande cultura; un ateniese nato nel demanio di Maratona e possessore di una grande ricchezza ereditata dal padre che aveva scoperto un favoloso tesoro nascosto nella sua dimora presso il teatro di Dionisio, ai piedi dell’Acropoli. Erode dopo avere costruito vari monumenti in Grecia, trasferitosi a Roma divenne docente dei figli adottivi di Antonino Pio, i futuri imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero. Durante il suo soggiorno nella città di Roma Erode sposò Annia Regilla, nobile donna romana, che gli portò in dote la tenuta lungo la via Appia, e gli diede quattro figli, di cui due morirono in giovane età.

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Parigi, Louvre: Le tre Tyche, bassorilievo proveniente dalla villa di Erode e Regilla sulla Via Appia Antica

Purtroppo la vita mondana di Erode Attico fu sconvolta da un processo che aveva dovuto subire per l’accusa di avere provocato la morte di sua moglie, sembra che la donna fosse stata colpita da un calcio durante una lite furibonda con il marito. L’accusa era stata sostenuta da Annio Appio, fratello di Annia Regilla. Le cronache del tempo riferiscono che Erode fu assolto, e che una volta riabilitato manifestò il suo lutto dedicando l’intera proprietà dell’Appia al culto funerario di Regilla, cosi la zona fu in seguito chiamata anche Triopio, in onore dell’eroe tessalo Triopas.

La dea venerata da Erode si chiamava Demetra, in fatti il culto della dea è testimoniata dalle iscrizioni su due colonne ritrovate, iscrizioni che riportavano una severa maledizione per chi le avesse spostate.

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Statua di Demetra (copia romana di originale greco)

In seguito alla sua morte il corpo di Regilla fu traslato in Grecia presso quello del marito. Le donne romane erano dunque invitate ad onorare Annia Regilla, e l’area sacra era dedicata alla Nemesi con dei versi firmati dal poeta Marcello di Side. Erode Attico aveva anche edificato un tempio ed un mausoleo sul terreno della Caffarella per onorare la memoria di sua moglie. Quest’ultimo è noto come tempio del Dio Redicolo, quel Dio che avrebbe costretto Annibale a rinunciare alla conquista di Roma ed a tornare indietro.

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Di sicuro si tratta del sepolcro di Annia Regilla, presso il quale sorge una casa colonica nota come il Molino della Caffarella. La valle è anche denominata: “La marmorea” per il gran numero di frammenti marmorei provenienti dagli antichi monumenti romani e sepolcri. Durante il periodo Medioevale, un casale costruito nella valle fu chiamato La Marmorea; sembra che tale casale fosse dato in dote da un certo Paolo di Lorenzo Amoratti ad una certa Perna, figlia di Lello della Valle. Stranamente poco tempo dopo, il casale divenne di proprietà dell’Ospedale Ss. Giacomo e Lorenzo più tardi nel 1547 della famiglia Caffarelli, la stessa proprietaria della villa Capitolina.

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Oggi la valle comprende oltre la tenuta omonima, quella dell’acquasanta e quella di Capo di Bove, è interrotta da tre proprietà private, una delle quali appartenente ai Barberini, ed un’altra alla Chiesa di S: Urbano. La storia della Valle è ben descritta dall’Archivio Torlonia.

La valle è anche una preziosa riserva d’acqua, fornita di ampi fontanili e lavatoi, oltre il bel casale della Vaccareccia del cinquecento, si possono ancora scorgere alcune torri Medioevali di Avvistamento.

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Il corso dell’Almone costituiva in età Romana una difesa preliminare rispetto alla cinta delle mura. Le acque si allargavano in stagni e paludi con dei rivoli, come il fosso dello statuario, la marrana della Caffarella e la fossa dell’Acquasanta.

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La ricchezza delle sorgenti aveva favorito la costruzione dei ninfei e porticati, e dopo i secoli XVI e XVII, segnati da una grave carestia, la Valle divenne il luogo di allegre gite tra ruderi e monumenti e ad accogliere il popolo si trovava il Ninfeo conosciuto con il nome di Grotta Egeria o dell’Osteria della Caffarella.

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Nel XIX Secolo la valle fu interessata da scavi archeologici atti al recupero degli oggetti antichi, eseguiti anche a costo di demolire parte delle antiche rovine e molti di quegli scavi furono condotti dai Torlonia.

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All’interno della valle della Caffarella, lungo un viottolo, s’incontra la chiesa di S. Urbano alla Caffarella. La chiesa è eretta sulle rovine di un tempio antico del IX e X secolo. Ristrutturata fu dotata di quattro colonne Corinzie incorporate nella muratura.

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Il tempio antico conserva ancora dei fregi che rappresentano due figure che si recano in processione per portare delle offerte votive; sembra che si tratti di Erode Attico e di Annia Regilla, quest’ultima indossa dei paramenti etruschi che ne certificano le origini etrusche della sua famiglia, come già notato da Marcello di Side.

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Sappiamo anche che la statua di Annia fu posta nel tempio della Cerere Antica e Nuova; possiamo dunque ritenere che il tempio sul quale è edificata la chiesa di S. Urbano fosse quello eretto in onore di Cerere e Faustina. L’interno di S. Urbano presenta dei dipinti della scuola romana dell’anno Mille con figure di santi bizantini ed episodi della vita di S. Urbano, S. Cecilia e del martirio di S. Lorenzo ed altri santi. Nei vari secoli che seguirono l’anno 1634, la chiesa subii vari rifacimenti ed il restauro di un gran numero di dipinti.

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Cristo benedicente e Battesimo e morte di S.Anolino, S.Urbano fa crollare il tempio di Giove, Uccisione di S.Urbano e del suo clero

E’ da segnalare che tra le scene di vita, improntate ad uno stile popolare, quelle riferite al martirio di S. Urbano Papa, sono senza nessun fondamento storico, tali scene si riferiscono probabilmente al martirio di S. Urbano Vescovo e di sicuro tra le figure dei due santi c’è stata una fusione emblematica.

Edited by ONIDINO - 27/9/2022, 23:57
 
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view post Posted on 20/5/2018, 11:03     +1   +1
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Grazie, letto con molto interesse.. ;)
 
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view post Posted on 20/5/2018, 11:06     +1   +1
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Ottimo Dino ,grazie :thumb_yello:
 
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