Dopo il periodo risorgimentale, con l'evento delle più moderne strategie di guerra si rese necessario, per una maggiore tutela dell'incolumità del soldato, provvedere ad equipaggiamenti e vestiario in tinta mimetica. Nell'esercito italiano la divisa fu del classico colore grigio verde e le attrezzature furono rese meno visibili associando e intersecando diverse tonalità di colori. Questa potrebbe essere l'epigrafe che ben si addice alla nostra uscita di ricerca.
DOMENICA 01/04/2018.Dopo una forzata astinenza a causa di problemi di salute, domenica finalmente la prima uscita di ricerca dell'anno. Impossibilitato a fare lunghi percorsi, in compagnia di Enrick, ci siamo diretti in luogo ormai conosciuto e sfruttato dai più, che mi ha permesso però, data la breve distanza da percorrere, di usufruire di un intero pomeriggio di ricerca. Ravanando qua e la senza grandi pretese, a metà pomeriggio Enrick ha intercettato un buon segnale profondo che ci fatto optare per una buca pattumiera di rifiuti. Il contesto americano e il buon segnale ci hanno indirizzato verso lo scavo. Il lavoro gravoso è toccato ad Enrick, io ho partecipato in veste di foto reporter. La buca si è rivelata come una pattumiera di derrate alimentari piena di barattoli di ferro e di trascurabile interesse finchè allargando lo scavo, sul bordo esterno è apparso lui, un' italico elmetto mod. 33 , il nostro primo recupero del suo genere. Emozione e contentezza hanno accompagnato lo scavo e il doveroso ripristino ambientale.
LO SCAVO.L'inaspettata sorpresa.
Il recupero.
I pochi oggetti recuperati e la chiusura della buca.
LA PULIZIA E LA NUOVA SORPRESA.A casa dopo una sommaria pulizia l'elmetto è risultato esternamente integro in tutte la sue parti. Solo il cerchione interno, a causa della sua fragilità e della disidatrazione, è andato incontro a rottura e a frammentazione in più parti (sarà in seguito restaurato). Durante il lavaggio con acqua è apparsa un'altra grande sorpresa, l'elmetto è stato a suo tempo dipinto con quattro tonalità di colori, sabbia, marrone ocra, verde scuro e verde più chiaro. Recupero di grande interesse in quanto detta colorazione è sinonimo di appartenenza a organici dell'esercito della RSI.
Asciugatura in forno a 70 gradi.
IL RESTAURO.Prima del trattamento conservativo l'elmetto è stato soggetto a restauro. Il lavoro di restauro ha comportato la ricostruzione di parte del cerchione interno che per disidatrazione si era disassemblato in più pezzi. Il lavoro è stato abbastanza complesso in quanto ha necessitato della realizzazione e dell'utilizzo di una sagoma in cartoncino a misura sulla quale incollare i singoli pezzi. La stuccatura finale è stata eseguita con il classico procedimento della colla loctite e della polvere di ruggine cercando di rispettare al meglio la forma originale del cerchione e le caratteristiche della sua ossidazione.
Le rotture presenti sul cerchione.
Riparazione e stuccatura della rottura presente nella parte anteriore del cerchione.
Realizzazione della sagoma in cartoncino e ricostruzione della parte posteriore del cerchione.
L'elmetto restaurato pronto per il trattamento conservativo.
Visto la buona resa dei colori durante il lavaggio e considerando la fragilità della vernice, soprattutto del colore giallo sabbia che tendeva a sciogliersi al solo contatto con acido m. diluito in acqua, è stato convenuto di non sottopore l'elmetto al classico bagno in ossalico. Comunque il risultato ottenuto dopo il trattamento con prodotto Paraloid B72 e una mano di vernice spray trasparente opaca non ha deluso.
Avendo a disposizione un'imbottitura originale della giusta misura, acquistata anni fa per il completamento di altro elmetto mod. 33 da carabinieri e risultata per esso di misura piccola, sarebbe anche possibile provvedere in maniera esaustiva al completamento di questo interessante reperto.
OSSERVAZIONI E STORIA.OSSERVAZIONI.Come gia specificato sopra l'oggetto della nostra discussione è stato pitturato di mimetico. Questo tipo di colorazione fu prerogativa dell'esercito della Repubblica Sociale Italiana (ENR) che dopo l'8 settembre 1943 continuò a contrastare l'avanzata alleata in Italia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre nel quale il Regio Esercito Italiano si sfaldò in due distinte realta, il rinato partito fascita sotto la spinta e la richiesta esplicita dell'alleato Tedesco (di drammaticità fu l'incontro del Duce in Gemania con un furibondo Hitler che detestando l'azione del governo Italiano impose categoricamente a Mussolini di ricostituire un'esercito per dare un appoggio fattivo alla lotta di arresto dell'avanzata alleata) provvide in tutta fretta alla formazione (28 ottobre 1943) del nuovo Esercito Repubblicano. Le prime quattro grandi unità, Divisioni Italia, Monterosa, Littorio e San Marco furono inviate, sotto il controllo della missione militare R.S.I, in addestramento in Germania e preparate da istruttori tedeschi secondo i collaudati metodi in uso nella Wehrmacht. Le divise dei componenti delle Divisioni furono di nuova attribuzione, per gli equipaggiamenti si provvide in tutta fretta con l'utilizzo delle scorte giacenti nei magazzini del disfatto Regio Esercito. Il nostro elmetto faceva sicuramente parte di un quantitativo di queste ultime. Dalla originale vernice grigio verde in tonalità più chiara e dalla forma dei rivetti di aereazione, bombati con buco piccolo e rosetta di fermo a due linguette, si può attribuire ad una produzione di primo tipo, forse prebellica e ancora non utilizzata. All' arrivo in Germania questo genere di attrezzatura ricevette un trattamento secondo il canone tedesco che prevedeva la pitturazione mimetica a spruzzo comprensiva di tre colori sabbia, marrone ocra e verde scuro.
Foto dei barattoli dei tre colori di vernice originale tedesca estrapolate da un libro guida.
Piatto di gavetta italiana pitturato secondo il canone tedesco in colorazione mimetica recuperato di scavo sulla Linea Gotica. (foto per gentile concessione degli amici dell'associazione Jager44)
Dopo l'adozione in Germania la colorazione mimetica degli elmetti in alcuni reparti dell'esercito repubblichino rappresentò una regola e anche in Italia si provvide alla sua attuazione.
Ma mentre in Germania si provvedeva a smontare i cerchioni e le cuffie per eseguire la pitturazione interna della calotta, nelle produzioni italiane l'interno restò del colore originale dando modo di distinguere ed apprezzare ancora di più la rarità delle produzioni tedesche. La pitturazione interna della calotta ed il palese smontaggio del cerchione (nel cerchione non è presente la verniciatura e le linguette degli aereatori non sono state chiuse a macchina) colloca il nostro elmetto in queste ultime rarità.
Ma osservando meglio la sua colorazione possiamo definirlo ancora più raro in quanto la sua pitturazione e formata da quattro colori invece che dai tre regolamentari. Il fatto già di per non consono se analizzato più attentamente lo rende davvero un reperto di inequivocabile unicità. Nella pitturazione dell'elmetto, eseguita a mano tramite spruzzo, il presunto "soldato carrozziere" ha eseguito la pitturazione con la mano destra e tenuto fermo l'oggetto con la sinistra guantata, poi per fretta o distrazione non ha provveduto a rifinire il lavoro lasciando l'impronta e quindi la propria firma, nella colorazione originale sia fuori che dentro la calotta .
Con questa ultima constatazione l'oggetto in esame rappresenta oltre che un pezzo unico di rarità estrema, anche un grande pezzo di pregevole interesse umano firmato con l'indelebile marchio delle dita di una mano.
In bacheca posizionato con altri oggetti significativi del periodo, recuperati anch'essi di scavo, può fare ancora la sua bella figura.
LA STORIA. A fine estate1944, dopo l'addestramento in Germania, le quattro Divisioni Italia, Monterosa, Littorio e San Marco rientrarono in Italia e furono schierate a difesa della Linea Gotica, dalla Garfagnana al San Bernardo, assumendo il nome di Armata Ligure comandata dal Generale Rodolfo Graziani. Nel settore dell'alta Val di Serchio in provincia di Lucca, reparti della Divisione Monterosa, del Battaglione Brescia e del San Marco furono impegnati nel contenimento dell'avanzata alleata costituita dal 6° Reggimento di fanteria della FEB che dal novembre 1944 fu sostituito dai reggimenti 366°, 370° e 371° di fanteria della 92^ US Divisione di colore Buffalo. I cruenti combattimenti di contenimento (vedi quota 437 di Molazzana, denominata da entrambi gli schieramenti come Quota dell'Inferno) dell'avanzata alleata perdurarono fino al giorno di Natale del 1944, il giorno successivo 26 dicembre, il contrattacco italo-tedesco (operazione Wintergewitter) mise in crisi il settore alleato provocando una disastrosa ritirata di tutto il contingente delle truppe afro-americane. L'operazione si esaurì quattro giorni dopo con il ritiro italo-tedesco nelle proprie linee e la ripresa da parte degli americani delle iniziali posizioni del fronte. Nel gennaio 1945 il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Statunitense Generale George Catlet Marshall ordinò una nuova riorganizzazione della 92^ Divisione con la costituzione di un'unico reggimento di fanteria di colore, il 370°, attraverso la selezione degli effettivi più validi dei reggimenti 366°, 370° e 371° e l'assegnazione in aggregato alla Divisione dei reggimenti 442° e 473° di fanteria. Il 442° reggimento era composto da truppe nippo-americane, il 473° da americani di razza bianca. Nella dislocazione dei reparti, il 473° reggimento fu inviato nell'alta valle del fiume Serchio in Garfagna (LU) in sostituzione del 365° reggimento di colore rilevato e passato alle dipendenze del IV Corpo d'Armata.
Dui pin del 473° reggimento di fanteria americana. (di difficoltosa reperibilità anche sul mercato)
Nel settore Ovest del fronte, dalla cittadina di Barga fino alle Alpi Apuane contrastavano l'avanzata del 473° reggimento reparti italiani di alpini della Divisione Monterosa e aliquote di bersaglieri della Divisione Italia mentre il settore Est, dal paese di Castelvecchio fino alla cittadina di Coreglia, era tenuto dal 286°Rgt di fanteria tedesco.
Volontari del battaglione Mameli aggregati alla Divisione Italia.
Alpini della Divisione Monterosa in marcia verso il fronte.
I maggiori scontri del periodo febbraio-marzo 1945 si ebbero nelle linee di difesa Italiane in particolar modo su quota 437 dove con valore e tenace resistenza i bersaglieri Italia riuscirono a rendere vano ogni intento di conquista provocando innumerevoli perdite nel contingente americano. La quota con aspri e cruenti combattimenti fu da entrambe le parti, presa e persa più volte e forse proprio in uno di questi combattimenti, durante una presa di posizione vittoriosa, un GI americano attratto dal mimetismo, deve aver raccolto sul campo o tolto ad un prigioniero l'elmetto della nostra discussione. Infatti l'unico contatto del 473° reggimento con elementi del ENR risale a quel deteminato periodo in quanto dal marzo 1945, lasciando a presidio delle linee dell'alta valle del Serchio un solo battaglione, fu dirottatto nella bassa Versilia verso la conquista della conca di Massa e della città di Genova. A fine guerra nell'agosto 1945 il 473° fù disattivato in Italia e rimpatriato.
10 aprile 1945. Truppe del 473° reggimento entrano a Massa
25 aprile 1945. Truppe e autoveicoli del Quartermaster in Genova liberata.
Il recupero dell'elmetto in una buca pattumiera americana come dimostrano i pochi reperti più integri recuperati insieme ad esso quali una lama di coltello del kit regolamentare delle posate modello 1926, la forchetta del kit regolamentare modello 1910, un barattolo forse di uno dei tre tipi di razioni M di carne e passata di pomodoro (M1, M2, M3 ) delle derrate americane ed una batteria modello BA-30 costruita nel 1944, può essere considerato come la chiara conferma dell'appropriazione dell'elmetto quale souvenir di preda bellica.
A fine guerra, con la smobilitazione dei contingenti americani, le condizioni di rottura ed il perduto interesse debbono essere state le cause del suo voluto abbandono ed occultamento nella buca.
Da parte nostra, con il suo ritrovamento siamo finalmente riusciti anche a dare un volto ed una collocazione ad alcuni oggetti recuperati in luogo quasi dieci anni fa e rimasti per tutti questi anni dei conosciuti di assegnazione sconosciuta. Trattasi di nove piastrine di riconoscimento di soldati americani di razza bianca che furono recuperate in discarica all'interno di un piatto di gavetta tedesca modello 1931 dipinto di verde.
Visto che i soli americani di razza bianca ad avere contatti con i reparti dell' ENR in alta Valle del Serchio furono quelli inquadrati nel 473° reggimento, si può dedurre che i soldati: Pvt Reeves Robert J., Pvt Robert A. Moore, Pvt Frank Kay, Pvt John Piecukonis, Pvt Matthews Olander R., Pvt Owen H. Hinton, Pvt John F. O' Malley, Pvt Carl E. Marti, Pvt Raymond W. Galinsky facessero parte di esso e che a fine guerra dopo la smobilitazione furono provvisoriamente acquartierati in loco, in attesa dell'imbarco nel vicino porto di Livorno per il meritato rimpatrio.
Beh che altro aggiungere se non il constatare che la storia può essere considerata come un grosso puzzle nel quale, anche la collocazione dei più piccoli taselli può aiutarci a studiarla e a risolvere al meglio i suoi molteplici enigmi.
Sperando di aver fatto cosa gradita.....
Cordiali saluti a tutti.
Luciano&Enrico.