Durante un'uscita di ricerca, in una discarica pattumiera americana fra una moltitudine di oggettistica interessante, fu recuperata anche della stoffa miracolosamente conservata dopo oltre 70 anni dal suo abbandono. La peculiarità della sua buona conservazione è sicuramente dovuta all' interramento in ambiente palustre, che soggetto a periodici cicli di inondazione oltre a conservare integre le fibre del tessuto hanno garantito anche la necessaria umidità durante le fasi di clima più asciutto. La stoffa recuperata è parte di una giacca da divisa ordinaria da per ufficiale dell'USArmy che dalle insegne ritrovate con essa appartenne a suo tempo ad un Capitano di fanteria. Purtroppo, se da una parte l'acqua è stata garante della conservazione, il fango creato da essa non è stato di aiuto durante lo scavo ostacolando il recupero dell'integrità della divisa. La stoffa è stata recuperata a pezzi ma comprensiva dei bottoni e della mostreggiatura.
A casa dopo opportuna ripulita valutando che la quantità di stoffa recuperata poteva essere sufficiente per intraprendere una possibile ricostruzione di ciò che restava della giacca è stato intrapreso un capillare e certosino lavoro di assemblamento dei pezzi di stoffa recuperati e di restauro delle insegne ritrovate. Inoltre essendo stata recuperata assieme alla giacca anche una tesa in cuoio da cappello per ufficiali (Cap service), parte della sua stoffa il suo soggolo in cuoio ed il relativo fregio dell' insegna nazionale, è stato possibile, nell'umana possibilità, ricostruire anche ciò che resta del suddetto cappello.
RESTAURO DELL'INSEGNA NAZIONALE DEL CAP SERVICE.Purtroppo il distintivo d'insegna è stato recuperato rotto e a causa della distruttiva azione del fuoco in pessime condizioni di conservazione. Comunque dopo il trattamento di ripulitura con acido muriato e un pò di pazienza nel restauro è stato reso, sempre nell'umana possibilità, in condizioni abbastanza accettabili. Grazie alla sua realizzazione di ottone è stato possibile riparare e consolidare i punti più critici mediante saldatura a stagno.
RIPRISTNO DELLA DORATURA DELLE INSEGNE DI SPECIALIZZAZIONE, DEI BOTTONI E DELL'AQUILA DEL CAP SERVICE.Benché in buone condizioni di conservazione, al fine di valorizzare al meglio la ricostruzione della giacca e del cappello, i bottoni e le insegne comprensivi di doratura sono stati rivitalizzati con appropriato pennarello di vernice dorata.
Per renderle meno lucide e darle una parvenza di vetustà sia l'aquila che le altre insegne sono state opacizzate con uno bastoncello cotonato.
RESTAURO DEI RIBBON DELLE MEDAGLIE E RIPULITURA DEL C.I.B.Il C.I.B (Combat Infantry Badge) ripulito. Purtroppo su questo oggetto l'inclemenza del tempo ha agito negativamente facendogli perdere completamente la verniciatura interna blu.
Fortunatamente i ribbon, grazie all'umidità del terreno hanno mantenuto la parte interna della stoffa conservata, permettendo, con appropriato sistema, la loro ricostruzione.
I nastrini a fine ricostruzione abbinati per comparazione, alle relative medaglie di buona condotta e di partecipazione alla campagna d'Italia. Per ogni anno di guerra sui ribbon della campagna d'Italia veniva applicata una piccola stelletta, questo essendone privo sta a significare che il suo ex proprietario ha partecipato alla suddetta campagna per meno di un'anno.
RICOSTRUZIONE DI PARTE DEL CAP SERVICE.Utilizzando la poca stoffa a disposizione, valutando che tutto il cappello non poteva essere ricostruito è stato deciso di provvere a realizzare una prospettiva che potesse valorizzare anche tutti gli altri componenti recuperati quali soggolo, bottoni, insegna nazionale e tesa in cuoio.
Il lavoro non è stato semplice in quanto è stato necessario calcolare l'inclinazione esatta della falda in modo da rispettare la precisa misura dell'altezza della cornice del futuro quadro di contenimento della giacca ricostruita e la grandezza del cappello stesso per poter rientrare nel limitato spazio offerto dal colletto della giacca. La particolare forma del cappello si è resa necessaria per far vedere al meglio l'emblema nazionale e gli altri attributi dopo l'assemblaggio dello stesso con la giacca ricostruita.
La poca stoffa recuperata.
La forma in cartoncino sagomata a misura.
Verniciata con colore consono all'eventuale sottofondo di possibile visione fra la stoffa incollata.
Taglio a misura della stoffa ed incollaggio della stessa sulla forma dipinta.
Assemblaggio ed incollaggio del soggolo, dei bottoncini e dell'insegna nazionale.
Il cap service a fine lavoro.
Il cap service completo della tesa in cuoio.
RICOMPOSIZIONE DELLA GIACCA MOD. 1942.Purtroppo, come già specificato prima, lo scavo della giacca è avvenuto alla cieca fra fango ed acqua percui anche prestando la massima accortezza gran parte della stoffa è stata estratta a pezzi. A casa dopo la pulizia valutando il recuperato ci siamo convinti della possibile fattività del lavoro di restauro. Con lavoro oltremodo difficoltoso e di peregrina pazienza i pezzi della stoffa sono stati in gran parte riassemblati e la dove mancanti ricostruiti. La ricomposizione è stata effettuata sopra un pannello di compensato dipinto di bianco adoperando il collante Pattex dalle elevate prestazioni e dal veloce essiccamento. La dove si richiedeva un minor tempo di incollaggio è stata adoperata la colla Loctite Super Attak. I bottoni, le insegne di specializzazione e di encomio mancanti degli spilli di applicazione sono stati incollati, quelli di grado essendo completi sono state riassemblati come in origine. A fine lavoro, anche se la giacca non risulta completa di tutte le sue parti resta comunque un reperto che nella ricerca con il metal è da considerarsi di un' eccezionalità quasi unica tanto da essere considerato, da noi appassionati come una vera e propria reliquia.
Le fasi del lavoro.
Verifica ed impostazione dei pezzi più grandi della giacca.
Pulizia e restauro della cintola.
Incollaggio dei pezzi grandi e di quelli piccoli ricomposti.
Incollaggio dei bottoni e delle insegne di specializzazione e di encomio.
La giacca a fine lavoro.
La giacca assemblata con il cap service.
Per valorizzare il lavoro effettuato, ma soprattutto per proteggere l'opera dalla polvere e dalle deleterie tarme il pannello è stato incorniciato e munito di vetro in plexiglas. All'interno la doverosa etichetta di classificazione della giacca.
E finalmente il risultato finale con il Capitano da........ appendere al chiodo.
OSSERVAZIONI E STORIA.Purtroppo non ci è dato sapere a chi appartenne la giacca perchè con essa non è stato recuperato alcun indizio a tal proposito, ma se analizziamo le insegne di encomio ed i nastrini delle medaglie e campagne possiamo stabilire che l'ufficiale era un buon soldato (medaglia di buona condotta) ed un combattente coraggioso (Combat Infantry Badge) che si distinse durante la campagna d'Italia. Il territorio del recupero della giacca fu sede di insediamento di organici della 92^ Divisione Buffalo che si trattennero in loco fino alla fine dell'estate del 1944 per poi proseguire verso la Versilia. Non conosciamo i nomi degli ufficiali che vi hanno transitato, ma di uno di essi siamo a conoscenza di nome, storia ed imprese. Trattasi di Charles F. Gandy, Jr uno dei pochi capitani di colore della Divisione.
LA BREVE STORIA DEL CAPITANO CHARLES GANDY.Charles Gandy giunse in Italia nell'agosto 1944 con il grado di tenente ed era in forza al 370° Reggimento di fanteria del Regimental Combat Team aggregato alla 45^ Task Force, unità questa composta da organici di fanteria Brasiliana e truppe americane ed inglesi di artiglieria contraerea convertite in fanteria. Il R.C.T era composto dal 370° reggimento di fanteria, dal 598° reggimento di artiglieria campale più i servizi (genio, medici e logistici) e verso la fine di agosto entrò in linea sul fronte dell'Arno schierato presso la cittadina di Pontedera a controllo dei caposaldi di Ponte alla Navetta e della cittadina di Calcinaia tenuti dalla 65°Divisione di Fanteria tedesca.
Il luogo da una vecchia cartina d'epoca.
Poco dopo il suo insediamento presso Pontedera Gandy, per la sua attitudine al comando e per la sua tempra di combattente, ricevette la promozione a Capitano e nella notte del 30 agosto, coadiuvato dal sottotenente Chandler Jake, al comando di un pattuglione di 22 uomini della compagnia F traversato il fiume Arno si rese protagonista della cattura di un nido di mitragliatrice con due serventi posto a retroguardia presso Ponte alla Navetta dal contingente germanico in ritirata.
Il 31 di agosto il Capitano Gandy ricevette l'ordine di attraversare l'Arno con tutto gli l'organico della compagnia F al suo comando.
Truppe del II° Battaglione della compagnia F sulle rovine del ponte alla Navetta.
Truppe del II° Battaglione della compagnia F traversano l'Arno.
L'obbiettivo prefissato era la cattura del Monte Pisano, la pianura Pisana, la pianura Lucchese ed il fiume Serchio. Il 3 settembre la compagnia F con i suoi tre battaglioni raggiunse gli scopi prefissati ed il giono 5 entrò in Lucca gia in mano dei partigiani, proseguendo poi l'avanzata verso il paese di Bagni di Lucca nell'alta Val di Serchio in Garfagnana. A seguito della riorganizzazione dei reparti il 12 settembre il R.C.T fu spostato sul fronte versiliese dove nel mese di ottobre si rese protagonista in prima schiera di sanguinosi e cuenti combattimenti. Ed è in uno di questi, precisamente a Seravezza, che il 12 ottobre cessò la vita di Charles Gandy. Durante un'azione di ripiegamento della sua compagnia, in avanscoperta con una pattuglia fu falciato da una raffica di mitragliatrice nemica. Per questa sua azione di coraggio fu insignito alla memoria, con la medaglia d'argento al valore militare Silver Star.
La citazione della medaglia recita:
< < Il 12 ottobre al capitano Gandy fu ordinato di schierare la sua compagnia in posizione su un terreno montano molto impervio. Riuscì a condurre la propria compagnia fuori pericolo in pieno giorno mediante un’accurata ricognizione, con gesto personale di alto senso di comando, riuscì a portare tutta la propria compagnia al di là di un canale con ripido argine alto oltre 3 metri. Questa azione fu compiuta sotto una pioggia battente e un tesissimo fuoco nemico. Facendo fermare la sua compagnia ad un obbiettivo intermedio, il capt. Gandy andò avanti da solo per perlustrare il percorso del successivo movimento. Mentre era impegnato in questa attività fu mortalmente ferito dal fuoco di una mitragliatrice nemica. Il suo notevole coraggio e le sue alte doti di comando in combattimento esemplificano le eroiche tradizioni dell’esercito degli Stati uniti d’America.>>
Il Capitano Charles F Gandy,Jr è sepolto in Virginia (USA) nell' Arlington National Cemetery, sezione 12, sito 8216
Anche se siamo coscienti che la giacca non è appartenuta a lui abbiamo intenzione di dedicare il lavoro svolto ed il risultato ottenuto alla memoria di questo sfortunato soldato che ha sacrificato il suo bene più prezioso nell'intento di salvare, da bravo ufficiale, la vita dei propri uomini. Per noi, per la nostra collezione sarà la giacca della divisa del Capitano Charles Gandy Jr.
Sperando di aver fatto cosa gradita ..........cordiali saluti a tutti e alla prossima.
Luciano&Enrico
Edited by Talpaman - 17/3/2018, 15:22