Non è stata una decisione semplice ma alla fine l'ho preso dando indietro il CTX e il TDI SL. Era un desiderio da molto tempo anche se l'intenzione iniziale era quella di provare il 4500: ma era un problema averlo direttamente dall'Australia e quindi mi sono orientato sul 5000 approfittando di un ottimo prezzo. Essendo macchine molto suscettibili alle EMI, come del resto tutti i pulse, ho preso anche una piastra nata proprio per gestire al meglio le interferenze elettromagnetiche: la Coiltek 17x11" anti interference. Il manuale ho iniziato a guardarmelo da tempo e mi sono presentato sul campo sapendo quello che sarebbe stato il setting iniziale, giusto per iniziare a familiarizzare con il suo comportamento.
Ho scelto un campetto che avevo già frequentato per portare a termine numerosi test con varie macchine: una zona mineralizzata piena di tralicci e linee dell'alta tensione che, di certo, fanno tutto tranne che piacere.
Ho fatto ricerca per circa 4 ore sotto a quel traliccio: il threshold era piuttosto stabile, cosa impensabile per una macchina del genere, accoppiata ad una piastra grande ed esposta ad una sorgente di EMI così prossima. Non avevo con me la 11" doppia D standard, la Commander, ma sarà mia premura ritornare sul campo per dimostrare come una macchina del genere soffra oltremodo le EMI anche con una piastra doppia D standard. È una zona off limits per le piastre mono che soffrono le EMI maggiormente rispetto a una doppia D. Questa è la differenza di grandezza tra la Coiltek e la Commander standard.
Con il tipo di ricerca impostato su general, il selettore soil/timings su normal e dopo aver selezionato la tipologia di piastra, DD, ho acceso il GPX e subito fatto l'auto tune per la ricerca della frequenza più pulita. Poi ho impostato l'RX Gain a 9 su 20 con Stabilizer 8, la discriminazione (iron reject) a 6 su 10 lasciando tutte le altre impostazioni più o meno sui valori di default. Il bilanciamento l'ho impostato su fixed, quindi non in tracking e, perciò, da ripetere pompando ogni tot di tempo. Devo dire che, comunque sia, il terreno è piuttosto omogeneo.
Il setting utilizzato è molto semplice ma, come primissima volta in ricerca vera, avevo bisogno di capire come si comportava oltre che iniziare a prenderci confidenza.
Mi è piaciuta la disc che mi incuriosiva molto: si, ho scavato ferro (di cui un pezzo grande che, con un VLF, avrebbe suonato tendenzialmente alto), ma mi sono risparmiato tante buche sulle quali il GPX, magari dopo una verifica più approfondita, mi segnalava la presenza di ferro. Come velocità dì spazzolata l'ho impostato su medium ma devo ritornare sul campo per continuare a sperimentare ed iniziare a fare test.
La terra di questa zona è rossa: non è mineralizzata in quanto rossa ma perché ricca di ossidi di ferro, ematite in primis. Piccoli oggetti sfuggono ad un VLF se posti a circa 3-5 centimetri sotto terra. Esulano da questo comportamento VLF bulgari ma questa è un'altra storia. Il miglior modo per valutare la mineralizzazione di un terreno è la prova empirica: sotterrare e smanettare per tentare di rilevare...e questa terra, non estrema, è indubbiamente ostica.
Alla prossima con i primi test!
Edited by .Napalm. - 15/1/2018, 23:15