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20 giugno 451 La Battaglia dei Campi Catalaunici

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view post Posted on 20/6/2017, 10:54     +1   +1   +1
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GURKHA

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La Battaglia dei Campi Catalaunici 20 giugno 451

La battaglia dei Campi Catalaunici (o Catalauni, o anche Maurici), detta anche battaglia di Chalons, si svolse il 20 giugno 451 in una pianura della Gallia nei pressi dell'odierna Châlons-en-Champagne.

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Nello scontro, le truppe del generale romano Ezio, reclutate soprattutto tra i barbari e affiancate dagli alleati Visigoti di Teodorico I, prevalsero sugli Unni di Attila.

Intorno all'anno 450 il controllo dei Romani sulla Gallia era divenuto quasi nominale, e numerose popolazioni germaniche avevano preso il controllo di intere regioni col consenso più o meno esplicito dell'autorità imperiale, che li aveva promossi al rango di foederati.

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La Gallia del nord, tra il Reno e la Marna, era sotto il controllo dei Franchi, in Aquitania si erano stabiliti i Visigoti, mentre i Burgundi occupavano la regione vicina alle Alpi.

Numerose furono le motivazioni che spinsero Attila a condurre gli Unni e i loro alleati nella spedizione in Gallia nel 451.

Nel contempo Genserico intendeva creare inimicizia fra i Visigoti e l'Impero romano.

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Impero romano (giallo) e Impero unno (arancione) nel 450

Un'altra motivazione fu data dal desiderio, frustrato, di Attila di fidanzarsi con Onoria, sorella dell'imperatore Valentiniano III. Onoria, insofferente dell'oppressivo ambiente di corte in cui era stata confinata, scrisse una missiva al re degli Unni invitandolo a liberarla da quella situazione. Attila la interpretò come un invito a chiederla in sposa e trovò politicamente interessante la proposta, che gli avrebbe permesso di inserirsi nell'asse ereditario dell'Impero romano d'Occidente; la sua successiva richiesta di matrimonio fu respinta da Valentiniano. E Attila prese questo rifiuto a pretesto per l'invasione della Gallia.

Ulteriore motivo, infine, fu l'ascesa al trono dell'Impero romano d'Oriente da parte di Marciano. Imperatore più deciso dei suoi predecessori a contrastare il potere unno nei Balcani, rifiutò il pagamento di qualsiasi tributo ad Attila, il quale pertanto decise di condurre il suo esercito, che aveva bisogno di fare bottino per mantenere la propria coesione, in una spedizione contro la Gallia, ritenendola un facile obiettivo.

Attila attraversò il Reno con il suo esercito nella primavera del 451, saccheggiando Divodurum (Metz) il Sabato Santo di quell'anno (7 aprile).

Nel frattempo, informato dell'invasione, il magister militum Ezio si era affrettato a rafforzare il suo esercito. Secondo Sidonio Apollinare, Ezio era al comando di poche e sparse truppe ausiliarie, e non aveva ai suoi ordini nessun soldato regolare (Carmina 7.329 e segg). Pertanto cercò subito di convincere il re dei Visigoti, Teodorico I, ad unirsi a lui, senza peraltro ottenere troppo successo, in quanto quest'ultimo sapeva che le truppe di Ezio erano veramente esigue, e riteneva che fosse più saggio attendere nelle proprie terre l'eventuale arrivo di Attila.

Ezio allora chiese aiuto al magister militum locale, Avito, destinato a diventare imperatore negli anni successivi. Avito riuscì a convincere ad unirsi ad Ezio non soltanto Teodorico, ma anche un buon numero di altri barbari presenti in Gallia (Carmina 7,333-356).

Quest'esercito, composto quindi da popolazioni diverse, si diresse alla volta di Aurelianum, dove giunse presumibilmente il 14 giugno.

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Mappa del tragitto seguito dalle forze di Attila durante l'invasione della Gallia, con le città saccheggiate o minacciate dagli Unni e dai loro alleati.

Teodorico ed Ezio non si accontentarono di aver liberato Aurelianum, ma procedettero all'inseguimento degli Unni in ritirata.

I due eserciti si scontrarono ai Campi Catalaunici il 20 giugno del 451.


La battaglia

La localizzazione precisa dei Campi Catalaunici non è nota con certezza assoluta. Lo storico Thomas Hodgkin li colloca nei pressi del villaggio di Méry-sur-Seine, ma l'opinione comune li colloca nei pressi di Châlons-en-Champagne. Lo storico goto Giordane, vissuto cent'anni dopo l'effettivo svolgimento degli eventi alla corte di Bisanzio, colloca la battaglia nella regione della Maurica, un vasto territorio che va dal fiume Mosella ad Est al fiume Senna ad Ovest.

Una proposta originale per collocare l'esatto luogo dello scontro, l'ultima grande vittoria dell'Impero Romano d'Occidente, fu fatta da un autore italiano nella seconda metà degli anni ottanta. In base ad una ricostruzione toponomastica, fra le odierne città di Suippes, Cuperly, e La Cheppe - esattamente al centro dell'antica regione della Maurica -, esiste un pianoro, noto col nome di "Ahan Des Diables". Nel protofrancese, il termine "Ahan" significa "Camposanto".

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La piana ove si scontrarono gli eserciti, sarebbe quindi quella attorno alla cittadina di Vadenay, compresa tra la città di Reims a nord - ovest, Chalons en Champagne a sud e Valmy (sede di un'altra importante battaglia del 1792) a nord - est.

La notte prima della battaglia, un contingente di Franchi alleati dei Romani si scontrò con una banda di Gepidi fedeli ad Attila. Lo scontro fu particolarmente duro,fonti parlano di circa 15.000 caduti da entrambe le parti.

Seguendo le usanze unne, Attila chiese ai suoi indovini di esaminare le interiora di una vittima sacrificale durante la notte precedente alla battaglia. Questi predissero che il disastro incombeva sugli Unni, ma che d'altro canto uno dei capi dei loro nemici sarebbe caduto nella battaglia. Interpretando questo vaticinio come un auspicio della morte di Flavio Ezio, Attila decise di affrontare il rischio di una sconfitta pur di vedere morto il suo nemico, e diede l'ordine di disporsi alla battaglia, ma decise di ritardarne l'inizio fino al pomeriggio (nona ora) in modo che il tramonto imminente limitasse i danni in caso di sconfitta.

I Romani occupavano il lato sinistro dello schieramento, i Visigoti il destro, mentre gli Alani di Sangibano, sulla cui fedeltà si nutrivano dei dubbi, occupavano la parte centrale, dove potevano probabilmente essere tenuti meglio sotto controllo. , nella piana catalauna si levava una collina dai versanti piuttosto ripidi.

Questo rilievo geografico dominava il campo di battaglia ed era strategicamente importante da controllare, per cui divenne il centro dei combattimenti. Mentre gli Unni tentavano di salire dal lato destro della collina, i Romani cercavano di fare lo stesso dal lato sinistro, senza che nessuno riuscisse però inizialmente ad occuparne la sommità.

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Quando gli Unni riuscirono a guadagnare la sommità del rilievo, trovarono che i Romani l'avevano occupata prima di loro, e ne furono respinti. I guerrieri unni ripiegarono disordinatamente, portando lo scompiglio all'interno delle loro file e causando il collasso dell'intero schieramento unno.

Morte di Teodorico, re dei Visigoti

Attila cercò di riorganizzare le sue truppe per mantenere la posizione. Nel frattempo fu ucciso Teodorico I, re dei Visigoti, mentre guidava i suoi uomini all'assalto dei nemici in rotta. Giordane riferisce che Teodorico fu sbalzato da cavallo e quindi travolto dai suoi stessi uomini in avanzata, senza che questi si rendessero conto dell'accaduto; ma riporta anche una diversa versione, secondo cui Teodorico fu ucciso dall'ostrogoto Andag. Dal momento che Giordane prestò servizio presso il figlio di Andag, Gunthigis, probabilmente era ben informato di questa seconda versione, indipendentemente dalla sua veridicità .

I Visigoti, proseguendo nella loro carica, arrivarono a minacciare dappresso l'incolumità dello stesso Attila, costretto a cercare rifugio nel suo campo, che aveva provveduto a fortificare disponendo opportunamente i suoi carri. La carica dei Romano-Goti era ormai sul punto di travolgere le difese del campo di Attila, quando sopravvenne il tramonto.

Torismundo, figlio del re Teodorico, rientrando nelle proprie linee, entrò per sbaglio nell'accampamento di Attila, dove rimase ferito prima che i suoi uomini potessero metterlo in salvo. Lo stesso Ezio perse il contatto con i suoi uomini a causa dell'oscurità, e, temendo fossero stati sbaragliati, trascorse il resto della notte con gli alleati Goti .

Assedio romano e visigoto al campo di Attila

Il giorno seguente, non mostrando gli Unni alcuna intenzione di avventurarsi fuori dal loro campo, i Romani ed i loro alleati cominciarono a tempestare di frecce l'accampamento di Attila e vi posero l'assedio, contando sul fatto che gli Unni potessero essere a corto di vettovagliamenti.

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Svolgimento della battaglia

Attila, assediato ed anche a corto di frecce, cominciò a temere seriamente la disfatta, tant'è che fece erigere al centro del suo campo una catasta costituita dalle selle dei cavalli dei suoi guerrieri, da utilizzare eventualmente come pira funeraria per se stesso, per non cadere vivo nelle mani dei suoi nemici .

Mentre Attila era intrappolato nel suo campo, i Visigoti si posero alla ricerca del loro re Teodorico. Quando, dopo una lunga ricerca, trovarono il corpo del re sotto una montagna di cadaveri, suo figlio Torismundo si accinse ad assaltare il campo unno, ma ne fu dissuaso da Ezio.

Ezio temeva che, se gli Unni fossero stati annientati, i Visigoti avrebbero potuto rompere l'alleanza con l'Impero e diventare per Roma una minaccia ancora più grave. Così Ezio convinse Torismundo a rientrare rapidamente a Tolosa per far valere i suoi diritti di successione al trono prima che lo facessero i suoi fratelli.

Diversamente, sarebbe potuta divampare una guerra civile all'interno del popolo visigoto. Torismundo si lasciò convincere da Ezio, rientrò rapidamente a Tolosa e divenne re senza che nessuno opponesse resistenza. Gregorio di Tours (Historia Francorum 2.7) riferisce che Ezio usò l'identico stratagemma per allontanare anche gli alleati Franchi, rimanendo praticamente padrone del campo di battaglia.



Assistendo alla partenza dei Visigoti, Attila sospettò che si trattasse di una finta ritirata con lo scopo di attirarlo fuori dal campo ed annientare i resti del suo esercito. Rimase quindi al riparo nel suo accampamento per qualche tempo, finché si convinse di poter rischiare di lasciare il campo e si rimise in marcia verso il Reno .

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Gli Unni nella battaglia dei Campi Catalaunici

Lo storico goto Giordane narra che "... i reduci devono calmare la sete bevendo acqua mista a sangue ed ancora oggi (circa 600 d.C.) durante la notte, gli spiriti dei guerrieri, caduti in battaglia, si affrontano a vicenda...."

Conclusioni

La vittoria romana ottenuta ai Campi Catalaunici non fu decisiva: Ezio non volle sfruttarla appieno, rinunciando a inseguire le forze unne in ritirata, nel timore che il loro annientamento avrebbe accresciuto troppo la forza degli alleati più potenti dei Romani, i Visigoti. Frustrato nei suoi piani di saccheggio in Gallia, l'anno successivo Attila rivolse il suo esercito contro l'Italia.

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Fonti:


https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_de...mpi_Catalaunici

https://battagliestoriche.wordpress.com/20...pi-catalaunici/
 
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Bel post Dino... Storica battaglia!!
 
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Azz ogni giorno una battaglia siamo proprio guerrafondai :wacko:
 
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GURKHA

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