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IL MISTERO DELL’INCENDIO DELLA BASILICA DI S. PAOLO

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view post Posted on 8/12/2016, 10:02     +1   +1   +1
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GURKHA

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IL MISTERO DELL’INCENDIO DELLA BASILICA DI S. PAOLO

di Marcello Zalonis


Avevo letto con piacere il bellissimo articolo di Patrizia Burdi sulla Storia della Basilica di S.Paolo fuori le mura (Piramide N°4/2003). Sono rimasto colpito dalla breve descrizione dell’incendio che distrusse la Basilica la notte tra il 15 e il 16 Luglio 1823, fatto riportato anche da Stendhal nelle sue “Passeggiate Romane” l’indomani scriveva: “Io visitai S. Paolo il giorno dopo l’incendio. Ne ebbi un’impressione di severa beltà, triste quanto la musica di Mozart. Erano ancora vive le vestigia dolorose e terribili della sciagura; la chiesa era ancora ingombra di nere travi fumanti, semibruciate; i fusti delle colonne,spaccati per tutta la loro lunghezza, minacciavano ad ogni istante di cadere. I romani costernati,erano andati in massa a vedere la chiesa incendiata. Era uno dei più grandiosi spettacoli che io abbia mai visto”.

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Incuriosito, mi sono messo ad indagare sulle vere cause dell’incendio aiutandomi con dei documenti ed anali dell’epoca che riportavano lo svolgimento dei fatti in questo modo:
“Nella sera del 15 corrente Luglio circa le ore quattro della notte cominciò a manifestarsi una piccola fiamma”, era la prima scintilla del terribile incendio. Il fatto fu attribuito all’incuria da alcuni operai stagnini che restauravano il tetto dell’edificio e che probabilmente avevano fatto cadere inavvertitamente il fuoco dei fornelli usati per riscaldare i ferri atti a sciogliere lo stagno. Ho trovato questa spiegazione veramente infantile, perché anche se le ore di luce del mese di Luglio permettevano di lavorare fino a tardi, gli operai alle otto di sera avevano lasciato di sicuro il posto di lavoro sulle impalcature del cantiere, i fornelli per le saldature di quel tipo usavano il carbone di legna come combustibile che bruciava quasi senza fiamma per un corto periodo di circa da una a due ore. Ora l’incendio era divampato verso le ore quattro del mattino; il fuoco non avrebbe potuto covare per un tempo cosi lungo tra la partenza degli operai e l’inizio dell’incendio, almeno che l’incendio non fosse stato provocato da una mano sacrilega, certamente non da un operaio che avrebbe rischiato cosi la perdita del suo lavoro e quello dei compagni e con la triste prospettiva di finire per tutta la vita nelle galere Papali !
Dell’incendio della Basilica si era accorto un certo Domenico Perna che cavalcava in quel momento lungo la via Ostiense, ma ormai le fiamme avevano avvolto il tetto di legno, l’uomo accorse al monastero che in quei mesi estivi ospitava soltanto alcuni chierici e pochi preti, e dette l’allarme. La cosa strana era stata anche il ritardo incomprensibile dell’arrivo dei vigili tre ore dopo. Quella notte un forte vento aveva alimentato le fiamme che trasformarono in poco tempo la Basilica in un mucchio di rovine, il Marocchi nel 1823 scriveva :” Parea un Vesuvio terribile, sorpassando le fiamme superbe del loro fatale dominio le più alte montagne, giacché lungi quindici, e più miglia si poté vedere cotanta disgrazia, che fece in ogni cuore orrore sacro, e penetrante”.

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Delle immani rovine resta un’ampia documentazione visiva sotto forma delle incisioni di Brazzà , di Luigi Rossini e di G. Silvestri conservate nella Biblioteca Apostolica Vaticana . Il bilancio fu molto pesante, la furia delle fiamme aveva prodotto i suoi guasti soprattutto nella navata centrale dove erano crollati il tetto, come pure quello delle navate laterali e del transetto, gran parte della parete sinistra e alcune delle quaranta colonne; tra quelle non cadute numerose erano irrimediabilmente danneggiate, e minacciava rovina il grande muro divisorio eretto a sostegno del tetto. Anche le opere d’Arte avevano molto sofferto, gli affreschi, i ritratti dei Papi, gli arredi e i mosaici erano danneggiati e bisognosi di restauro, ma quello che le fiamme avevano risparmiato fu distrutto dalla brama di innalzare un tempio splendido in onore dell’Apostolo delle Genti!
Il Papa Pio VII° che si era rotto una gamba, ormai vecchio e malandato non fu mai avvisato del disastro per il volere dei suoi più fedeli collaboratori tra cui il segretario di Stato cardinale Consalvi, consci del grande dolore che avrebbe provocato al Pontefice sapere semidistrutta la Basilica dove era vissuto da monaco nella sua gioventù. Ma lo Stato Pontificio sotto la direzione del Cardinale Consalvi aveva dato ugualmente il via ad un inchiesta segreta sulla sciagura, da subito la Commissione si era dimostrata più che convinta che l’incendio fosse da attribuire ad un attentato politico e precisamente ad una Sezione impazzita dei neo Carbonari, provenienti dal Nord Italia e da poco infiltrati nella Roma Papalina . La Carboneria era una Società segreta caratterizzata da un rituale di tipo Massonico originario della Francia, i suoi adepti reclutati prima nell’esercito e la borghesia coinvolsero anche gli strati popolari con l’aspirazione ad un regno costituzionale, erano organizzati in sezioni chiamate”Vendite”con vari gradi fino a quello di Gran Maestro, anche se usando un simbolismo di tipo Cattolico, il loro vero motto era “La lotta dell’uomo libero contro i tiranni”, dopo vari accenni di insurrezione in varie regioni, i cospiratori erano stati arrestati, mandando in crisi tutta l’organizzazione ed infuocando le anime degli adepti che giuravano vendetta specialmente dopo la bolla del 3 settembre 1821 di Papa Pio VII° “Ecclesiam a Jesu Cristo”nella quale il Pontefice ammonisce “di non prestare alcun credito alle parole dei Carbonari perché simulano un singolare rispetto verso Gesù Cristo che chiamano sacrilegamente Rettore e Gran Maestro della loro società, si presentano come agnelli ma sono lupi rapaci, all’origine dei tentativi rivoluzionari e nel sovvertire la Sede Apostolica sono animati di un odio particolare!”. Cosi era iniziata una forte repressione della Chiesa verso i “gran Corruttori” come erano chiamati i Carbonari. Le sezioni si muovevano con una certa autonomia cosi una di quelle che aveva avuto il numero superiore di arresti aveva giurato di vendicarsi di Pio VII° che temeva il pensiero liberale delle associazioni segrete che potevano mettere in crisi il potere della Chiesa, nessuno pensava allora all’indipendenza dell’Italia e alla sua rigenerazione oltre la Carboneria figliola della Massoneria chiamata “canaglia” in termini pochi lusinghieri non soltanto dalla Chiesa ma anche da Massimo d’Azeglio ne “I miei ricordi”. Quale peggiore vendetta poteva essere scelta come quella di attentare alla Basilica di S. Paolo amata in modo particolare dal Papa che ne fu ospite in gioventù. I congiurati avevano scelto il momento giusto, quello dei lavori di manutenzione e dell’assenza quasi totale dei preti in quel periodo di un Luglio ventoso e le ore quattro del mattino. L’incendio fu appiccato alle travi del tetto grazie all’aiuto dei ponteggi. In realtà i congiurati avevano l’intenzione di eseguire un atto dimostrativo, l’incendio sarebbe stato domato facilmente e la Basilica non avrebbe riportata gravi danni, ma quando si resero conto della distruzione totale che avevano provocato scapparono il più lontano possibile da Roma senza rivendicare l’attentato che si rivelò completamente inutile.

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Il Papa mori il 20 Agosto senza saperne niente, la responsabilità dell’inchiesta sull’incendio gravava completamente sulle spalle del cardinale Consalvi. I primi tempi la Commissione dopo le verifiche aveva decretato che le cause erano da attribuirsi ad un attentato, ma era un momento cosi particolare per la sede vacante del Papa che prenderà il nome di Leone XII° e che sarebbe stato eletto solo il 28 settembre, per l’interferenze delle nazioni europee, e per l’indignazione del popolo di Roma infuriato per la perdita di una delle sue più belle e storiche Basiliche che con molto diplomazia e buon senso il cardinale prese la decisione di tacere la vera causa dell’incendio attribuendolo all’incuria degli operai, che cosa strana non furono neanche indagati. Di più evitava in questo modo di regalare un’importanza politica ai movimenti liberali e costituzionali.

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Più tardi l’avvocato Giuseppe Mazzini con il suo Ideale: Italia Una, Indipendente, Libera, Repubblicana , fondatore della Giovine Italia nel 1831 e della Giovane Europa nel 1834 incorporerà anche i Carbonari nelle sue file e direttamente o indirettamente sarà all’origine di movimenti insurrezionali e molti attentati politici.
I documenti riguardando l’inchiesta del Cardinale Consalvi e della commissione sono conservati nell’archivio segreto del Vaticano.

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Leone XII° diede disposizione per la ricostruzione della Basilica con l’enciclica del 25 gennaio 1825, chiedendo al mondo intero oltre che ai cattolici un aiuto economico, e tra molto impegno e tante controversie artistiche ed architettoniche la Basilica restaurata fu consacrata il 10 dicembre 1854 da Papa Pio IX° facendo dimenticare al popolo di Roma il brutto ricordo dell’incendio del 1823.

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https://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_...o_fuori_le_mura

www.basilicasanpaolo.org/



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view post Posted on 25/1/2017, 23:17     +1   +1
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Azz ,che storia :rolleyes:
 
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view post Posted on 25/1/2017, 23:35     +1   +1
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GURKHA

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Cri e' la mia basilica..e' la seconda al mondo come grandezza...io sono stato battezzato li'....dista da casa mia 5 munuti a piedi.

Guarda la oto in campo lungo della navata principale in alto sopra le colonne gli archi ci sono i famosi mosaici rotondi di tutti i Papi della storia cristiana...Spettacolare
 
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view post Posted on 26/1/2017, 23:45     +1   +1
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E si un capolavoro :thumb_yello:
 
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