METAL DETECTOR HOBBY

Un collar badge...... del terrore.

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icon13  view post Posted on 6/11/2016, 19:02     +2   +1   +1
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sergent

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E' ormai appurato che la ricerca con il metal può riservare anche delle sorprese, sorprese per la qualità degli oggetti recuperati, sorprese per la non consona presenza in luogo degli stessi, sorprese per la storia che essi tramandano, storia che può essere di apprendimento piacevole (anche se parlando di guerra il vocabolo piacevole non è del tutto appropriato e forse sarebbe meglio dire appassionante) oppure di sconcertante ed emotiva amarezza. Questo potrebbe essere l'epitaffio che ben si addice ad una delle ultime uscite di ricerca caratterizzata da un ritrovamento di estrema rarità per il nostro territorio, in quanto di presenza in luogo non storicamente documentata. L'oggetto di per se non è materialmente pregiato in quanto realizzato in lamierina presso-fusa di alluminio, ma riveste un ritrovamento di grande interesse e valore storico soprattutto per la sua drammatica e tetra adozione.
Recuperato in un campo da anni incolto e recentemente arato





il distintivo non è stato subito identificato e solo a casa dopo ricerca è stato classificato come distintivo da mostrina e da cappello delle formazioni fasciste Ustascia, le famigerate brigate nere Croate.





Foto d'epoca di due donne (Nadia Tanic-Luburic e Maja Slomic-Budjon ) delle formazioni Ustascia femminili.



Il perchè della presenza nel nostro territorio di tale insegna è e rimarrà un mistero visto che queste formazioni militari, dalla loro creazione nel 1941 e fino al 1945, hanno operato come brigate repressive nei territori est europei. Per questo si potrebbe ipotizzare la presenza di elementi che a livello di reparto abbiano cooperato durante le ultime fasi del periodo sopra citato come unità repressive aggregate a reggimenti SS tedeschi o a formazioni fasciste italiane e che cadute prigioniere ne abbiano seguito l'iter dell'internamento. Purtroppo il quesito, in mancanza di accertate prove scritte è destinato a rimanere lacunoso ed aperto a qualsiasi altra interpretazione. Resta comunque un distintivo che a livello collezionistico assume un certo spessore dettato oltre che alla rarità di recupero alla crudeltà della storia che si porta dietro. Crudeltà che rasenta l'irrazionalità della logica umana e diviene spietatezza nei confronti dei propri simili motivata dalla criminale discriminazione religioso/razziale di una distorta visione di purezza della razza. Politica questa caratteristisca di ogni regime criminale e che ebbe il suo maggiore apogeo nella metà del secolo scorso, nel periodo 1940-1945 e della quale i maggiori maestri furono i Tedeschi seguiti con pari crudeltà dalle alleate formazioni croate Ustascia del Poglavnik (Duce) Ante Pavelic.



Ma chi erano Ante Pavelic e le formazioni Ustascia?

UN PO' DI STORIA.

Ante Pavelic nacque da genitori Croati nel 1889 a Bradina nella Bosnia-Erzegovina che al tempo era sotto il controllo dell'Impero Austro-Ungarico. Da adolescente frequentò a Tavnik il collegio dei Gesuiti e cominciò a coltivare le idee del nazionalista croato Ante Starcevic fondatore dello Straka Prava (Partito dei Diritti). Dopo essersi laureato in legge si dedicò interamente alla politica del partito che si batteva per l'indipendenza della Croazia dall'egemonia monarchica Jugoslava. Nel 1927 fu eletto consigliere a Zagabria e divenne deputato nel parlamento nazionale di Belgrado. In quegli anni i forti contrasti che caratterizzavano la politica jugoslava radicalizzarono le idee di Pavelic tanto da stabilire contatti con i terroristi macedoni del VMRO (Organizzazione rivoluzionaria Macedone) per organizzare un complotto contro il regno di Alessandro I° che il 6 di gennaio 1929 si era proclamato dittatore. Nello stesso anno Pavelic proclamò la fondazione del movimento Ustascia (movimento dei Ribelli) e fuggì all'estero. Giudicato in contumacia fu condannato a morte. Rifugiatisi in Austria, trovò in seguito asilo politico in Italia dove con il beneplacido del governo italiano diede effettiva vita al movimento Ustascia dedicandosi ad azioni intimidatorie nei confronti della dittatura jugoslavia, intimidazioni che nel 1934 sfociarono nell'assassinio del re Alessandro I° a Marsiglia. In seguito, con l'appoggio del regime fascista italiano, il movimento si ampliò e furono creati campi di addestramento per le milizie croate presso Bovegno, Siena, Borgo Val di Taro e Riva del Garda. Le formazioni in addestramento utilizzavano come bandiera quella della Croazia indipendente, mentre sui baveri delle uniformi dei miliziani e sui gagliardetti di reparto capeggiava l'insegna del fascio italiano. (Il distintivo Ustascia fu adottato nel 1941 al momento della costituzione dello Stato indipendente di Croazia da parte di Ante Pavelic)

Foto d'epoca di milizie Croate in parata in Italia negli anni 30.



Milizie Croate in addestramento in Italia prima dell'attacco tedesco all'Jugoslavia.



Il 10 aprile 1941 le potenze dell'Asse invasero il Regno di Jugoslavia permettendo il ritorno in patria di Ante Pavelic che divenne il capo dello Stato Indipendente di Croazia, uno stato fantoccio che di fatto dipendeva totalmente dalla Germania e dall'Italia fascista delle quali ricalcò a pieno le istituzioni. I Tedeschi ebbero su questo stato il dominio militare, gli Italiani ne esercitarono il protettorato assumendone l'egemonia monarchica con l'incoronazione di Aimone di Savoia-Aosta a re di Croazia.

Aimone di Savoia-Aosta.



9 Giugno 1941, Hitler incontra Ante Pavelic a Berghof.



Benito Mussolini riceve la visita di Ante Pavelic a Roma nel 1941.



Il regime di Pavelic si basava sul fondamento ideologico della purezza della razza Croata e sulla pratica del cattolicesimo integralista. Nel conseguimento di tale ideologia attuò una dura politica repressiva dando origine ad una pulizia etnica contro i cristiani-ortodossi, gli ebrei, gli zingari e i comunisti con particolare accanimento verso la popolazione Serba. Per la creazione del nuovo stato/regime vi fù esultanza anche da parte del clero cattolico ed il 15 giugno 1941 nella Cattedrale di Zagabria il Vescovo e Cardinale Alojzije Viktor Stepinac annunciò ai fedeli l'indipendenza della Croazia invitandoli a sostenere la nuova Nazione.



Stepinac ed il Vaticano intravedevano nel nuovo stato la possibilità di una egemonia cristiano-religiosa nei Balcani con la definitiva sconfitta del cattolicesimo ortodosso, ma i duri metodi repressivi con i quali il regime di Pavelic imponeva l'adesione al cattolicesimo anche dei Croati ortodossi e le stragi di massa perpretate per la cancellazione di etnie e religioni di elementi allogeni, provocarono disapprovazione e condanna da parte del Vaticano e lo stesso Stepinac nel 1942, con dure omelie prese pubblica posizione contro le leggi razziali chiedendo al Governo di modificare le sue politiche. L'atteggiamento di Stepinac fu dottrina accetta fra i cattolici Croati, purtuttavia non mancarono cariche istituzionali che ebbero responsabilità di primo piano nei massacri compiuti soprattutto nell'ordine dei frati francescani uccisori fanatici della popolazione Serba e veri e propri boia dei campi di concentramento. Diversi furono i campi di concentramento allestiti durante il governo Ustascia, il più noto fra tutti per le crudeltà perpretate, fu il campo di sterminio di Jasenovac, riconosciuto come l'Auschwitz dei Balcani.





Dal 1941 al 1945 circa 700.000 civili vi persero la vita fra inaudite torture e sevizie di ogni genere.
Eccidi di massa di vecchi, donne e bambini furono eseguiti senza sparare un solo colpo di pistola. Le esecuzioni erano perpretate con sadismo e crudeltà attraverso il taglio delle gole, delle teste, il fracassamento dei crani, le mutilazioni degli organi, adoperando coltelli (uno speciale coltello da polso, lo srbosjek (taglia serbo) fu espressamente inventato dallo stesso stesso Pavelic per velocizzare l'operazione di taglio e diminuire la fatica fisica dell'esecutore), asce, seghe da alberi, mazze di legno, ferri roventi, uncini, ganci e filo spinato. Chi era più fortunato moriva di fame, di stenti o di assideramento. I cadaveri delle vittime erano ammassati in fosse comuni oppure gettati a migliaia nelle acque del fiume Sava che divenivano rosse dal sangue versato.











Fra i comandanti più spietati del campo figura Miroslav Filipovic-Majstorovic (soprannominato "Fratello Satana"), un frate francescano la cui crudeltà nei confronti della minoranza serba non ebbe limiti raggiungendo l'apice con lo sgozzamento eseguito di persona, in una sola notte, di cento inermi bambini serbi. Dopo la fine della guerra al suo processo eseguito nella nuova Repubblica Jugoslava, Filipovic ammise tali crimini e fu per questo condannato a morte.



Fra gli aguzzini del campo spicca la criminale figura dell'ustascia Petar Brzica, uno studente di legge che nella notte del 29 agosto 1942 uccise per scommessa, sgozzandoli con lo "srbosjek", 1360 internati guadagnandosi il titolo di "Re dei tagliatori di gole"



La fine della guerra vide il crollo del regime Ustascia. Nessun membro delle formazioni nere ne sopravvisse, furono tutti trucidati sul campo dai partigiani Titini oppure condannati a morte nei processi postumi. Ante Pavelic con pochi altri esponenti di spicco riuscì a fuggire prima in Austria poi in Italia e attraverso il Vaticano riparare in Argentina sotto il falso nome di Pablo Aranjos.



Rimase nell'anonimato fino al 1957 quando fu oggetto di attentato e ferito da due proiettili di pistola. Scoperto il suo rifugio fu costretto di nuovo a fuggire rifugiandosi nella Spagna di Francisco Franco dove morì due anni dopo per postumi da ferite.



L'attentato ritenuto per anni come opera di un sicario dell'UBA (i servizi segreti Jugoslavi), nel 1999 fu confessato in punto di morte da Blagoje Jovovic, un normale cittadino di etnia cetnico-serba .

Beh, apprendendo tutto questo non si può che rimanere sconvolti dalla ferocia Croata, ma se si analizza bene la storia simili tragedie sono da sempre esistite e periodicamente ripetute con popolazioni che da vittime di un tempo passato sono divenute in tempi più recenti aguzzini spietati, adottando metodologie che di poco sono cambiate. La recente guerra dei Balcani del 1991 rispecchia esattamente quanto sopra citato e contrariamente al tema affrontato in discussione, pone la popolazione Croata nella posizione di vittima sottoposta ad efferabili soprusi, stragi di massa e deportazioni compiuti dall'etnia Serba-Bosniaca del presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia Slobodan Milosevic ed eseguiti sul campo dalle truppe del generale Ratko Mladic, due veri e propri moderni criminali. Argomento quest'ultimo abbastanza complesso che abbisognerebbe di una propria discussione a parte.

Sperando di aver suscitato interesse ed apprezzamento.

Cordiali saluti a tutto il forum.

Luciano&Enrico
 
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view post Posted on 6/11/2016, 19:11     +1   +1
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vedere gobbe comprare cammello
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Ferocitä. Era all ordine del giorno. E tutto ciö che venne perpetratonprima venne reso indietro ai vinti...ed insabbiato!
 
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view post Posted on 6/11/2016, 19:46     +1   +1
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GURKHA

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Grazie Talpa come al solito bel post interessante....tra rancori e vendette dopo la caduta di TITO si arrivo alla tragica guerra dei Balcani dove ricominciarono incociate le pulizie etniche
 
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view post Posted on 6/11/2016, 19:59     +1   +1
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Grazie Luciano, un minuscolo ritrovamento ma finestra aperta sull 'enorme orrore, pagine di storia relegate ai margini , racconti non distanti da quelli da altri perpretati e che non sono altro che l'anteprima di quanto avvenne pochi decenni fa negli stessi territori... uomini..i mostri sono tra noi, inutile cercarli altrove... :cry:
 
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view post Posted on 6/11/2016, 20:00     +1   +1
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vedere gobbe comprare cammello
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CITAZIONE (cesira.66 @ 6/11/2016, 19:59) 
Grazie Luciano, un minuscolo ritrovamento ma finestra aperta sull 'enorme orrore, pagine di storia relegate ai margini , racconti non distanti da quelli da altri perpretati e che non sono altro che l'anteprima di quanto avvenne pochi decenni fa negli stessi territori... uomini..i mostri sono tra noi, inutile cercarli altrove... :cry:

Le recenti torture commesse a Guantanamo ne sono la prova lampante
 
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sturm81
view post Posted on 6/11/2016, 20:35     +1   +1




Letto tutto d'un fiato e con molto interesse..particolarmente colpito (in negativo) dal coltello da polso chiamato taglia-serbo,di cui ignoravo l'esistenza!! Al di là di tutto, sono sempre stato attratto dal mondo balcanico..ho letto molto..terre dure,misteriose e di leggenda che non riusciremo mai a capire fino in fondo!
Comunque complimenti Talpaman!!
 
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Daniwolf69
view post Posted on 6/11/2016, 20:51     +1   +1




Luciano ritrovo davvero molto particolare e insolito...per il nostro territorio...!!
Avevo letto alcuni articoli e un libro riguardante gli Ustascia e devo dire che come sempre la tua ricerca e analisi minuziosa e magistrale ci ha dato immediatamente una visione del baratro e delle sofferenze e anche delle nefandezze compiute durante la guerra...( e purtroppo ripetute nel tempo e anche ai ns giorni..)
Grazie Infinite !!

Edited by Daniwolf69 - 6/11/2016, 22:32
 
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view post Posted on 6/11/2016, 22:26     +1   +1
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cristiano
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Grazie Luciano , da un piccolo oggetto una gran storia , tragica ma sempre storia :(
 
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view post Posted on 6/11/2016, 23:06     +1   +1
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tenent

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Bellissimo ritrovamento e ricerca storica eccellente complimenti Luciano
 
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view post Posted on 7/11/2016, 17:53     +1   +1
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capitan

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Molto interssante. Una finestra dell'orrore che solo noi uomini sappiamo perpetrare. È abominevole ciò che la nostra mente può architettare. Menti malate e criminali....
 
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view post Posted on 7/11/2016, 18:24     +1   +1
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DEUS 2
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Ottimo ed interessante approfondimento.
 
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