Questo quesito mi è stato posto tantissime volte e vorrei tentare di dare una spiegazione, il più semplice possibile, in questo post.
La battigia è uno degli ambienti di ricerca più ostici che si incontrano quando si esercita il nostro hobby. Ma perchè?
Sicuramente risponderete: "Per la presenza di acqua salata... e quindi di mineralizzazione salina, che disturba i nostri detector."
La risposta è in parte esatta, ma approfondiamo un pochino la questione...
La battigia (spesso chiamata erroneamente "bagnasciuga" che invece è la linea di demarcazione tra la parte asciutta e quella immersa di una barca o nave) è quella zona di spiaggia che è bagnata direttamente dal mare. Può avere un'estensione variabile a seconda della ripidità della spiaggia ma è sempre contraddistinta dalla presenza, piuttosto superficiale, di acqua marina e sabbia.
In molti pensano che la mineralizzazione salina sia di disturbo ai nostri detector per via del sale marino.
In realtà è una interpretazione leggermente fuorviante.
Non è il sale a dare disturbo ai detector, e potete provarlo da soli passando una manciata di sale alimentare davanti alla piastra del vostro detector, ma la combinazione di acqua (Monossido di Diidrogeno - formula chimica H2O) e sale (Cloruro di Sodio - formula chimica Na-Cl) a creare il vero problema.
Quando questi due composti si mescolano, accade qualcosa di particolare. Il Sodio, che è un elemento del sale, si ionizza, ovvero tende a perdere il suo equilibrio di carica elettrica e diventa automaticamente molto più conduttivo. Forse in pochi sanno che il Sodio è un metallo, esattamente come i target che i nostri detector sono in grado di rilevare, e che l’aumento di conduttività prodotto dal mix acqua+sale è il vero responsabile dei disturbi che la mineralizzazione salina produce.
In parole povere, quando l’acqua di mischia col sale, come nel caso dell’acqua marina, il nostro detector la rileverà come se fosse un grande oggetto metallico. Ecco perché è così difficile utilizzare molti detector quando passiamo la piastra sopra zone bagnate con acqua di mare.
Ma non solo…
Alcuni detector sono in grado di compensare, esattamente come fanno per la mineralizzazione ferrosa di alcuni terreni, la mineralizzazione salina. Sembrerebbe quindi esistere una soluzione al problema, ma a volte non è così semplice…anzi… spesso è addirittura impossibile. Perché?
Perché spesso la sabbia marina incorpora in se una certa quantità di minerali ferrosi. Ecco quindi che, in battigia, potremmo avere una contemporanea presenza di mineralizzazione salina e ferrosa.
Ahia... Che dolore!
Si. La sabbia potrebbe contenere una certa dose di minerali ferrosi che gli conferiranno, a secondo del tipo di minerale, una colorazione tendente al rossiccio, rosa o grigio chiaro, scuro o addirittura quasi nero nei casi più estremi. Questo è un vero problema per i detector VLF monofrequenza. Ma, ancora una volta ci poniamo la domanda (stavolta più intuitiva), perché?
Semplicemente perché i VLF monofrequenza sono capaci di compensare, anche in modo piuttosto efficace, UN SOLO TIPO di mineralizzazione per volta. In pratica non riescono a neutralizzare entrambi i tipi di mineralizzazione, ferrosa e salina, allo stesso tempo. E questo è proprio il caso che potrebbe capitare in battigia.
Ma allora, e sono sicuro che vi sarà venuto subito in mente, “Perché i Multifrequenza o i BBS/FBS invece dovrebbero riuscirci?”
La risposta è presto detta…
I detector VLF multifrequenza (come il White’s DFX, lo Spectra V3/V3i/VX3, i Fisher serie CZ e qualche altro modello) riescono a gestire molto meglio queste situazioni ricorrendo ad un abile stratagemma.
Innanzitutto effettuano un bilanciamento della mineralizzazione ferrosa PER OGNI SINGOLA FREQUENZA che utilizzano. E per la mineralizzazione salina? Bhè, riescono a risolvere questo problema applicando una tecnica particolare, chiamata in gergo “Salt Subtraction” o “Sottrazione del (segnale) del sale” effettuando una comparazione della risposta del segnale derivante dalla mineralizzazione salina alle varie frequenze, e “sottraendo” (leggete… compensando) questi picchi di segnale dal risultato finale.
In questo modo riescono a gestire in modo molto più agevole questo tipo di contesto di ricerca.
Sembrerebbe quindi che i Multifrequenza VLF e i BBS/FBS (che ricordo NON sono effettivamente dei veri multifrequenza) siano la soluzione perfetta a tutti i nostri problemi di ricerca. Ma non è così…
Innanzitutto i sistemi Multifrequenza sono costretti a dividere la loro potenza su varie frequenze. Saranno quindi, in un contesto generico, sempre meno performanti di un detector VLF monofrequenza che riesce a concentrare tutta la sua sensibilità su una singola frequenza operativa.
In secondo luogo, le operazioni di “Sottrazione” implicano forzatamente una perdita della qualità del segnale che, essendo elaborato, non è più così puro ed intatto.
In ultimo, ma questo è un problema anche dei monofrequenza, la compensazione della mineralizzazione salina implica una riduzione della sensibilità anche su oggetti nobili, di piccole dimensioni e quindi a conduttività relativamente bassa, come i piccoli manufatti in oro (leggi collanine, orecchini e anellini sottili).
Come vedete, con le tecnologie attuali, non è ancora possibile avere una macchina “PERFETTA” che sia esente da problemi, specie in ambienti di ricerca ostici come la battigia.
E i Pulse Induction? Bhè… di questa tipologia di detector parleremo un’altra volta… sempre se lo riterrete interessante…
Buona ricerca a tutti!
Leonardo Ciocca
AMD Tech Teamwww.amdtt.it