(
in piemontese sull'aria della canzone alpina “Quand ch'a j eru a Pampalup”)
Quand ca j eru a Paralup
i dürmiu suta i cup
e sensa paja
Quand ca j eru a Paralup
i dürmiu suta i cup
e sensa paja
A fasiu tirè i cinghin
a s’fasiu j tajarin
cun ël tritolo
A fasiu tirè i cinghin
a s’fasiu j tajarin
cun ël tritolo
E Albèrt per risparmiè
a fasia fin da mangè
l’pan ‘d merda
E Albèrt per risparmiè
a fasia fin da mangè
l’pan ‘d merda
E se Leo da Türin
riva nen cun i quatrin
tiruma cinghia
E se Leo da Türin
riva nen cun i quatrin
tiruma cinghia
J è peui Livio cul sgnunfiun
cun ‘l so Partì d’Asiun
a straca tüti
J è peui Livio cul sgnunfiun
cun ‘l so Partì d’Asiun
a straca tüti
Adesi fuma 'n capitan
ch'a l'è brau parei del pan
l'è Dio en tera
Adesi fuma 'n capitan
ch'a l'è brau parei del pan
l'è Dio en tera
A l'à mac na fissasiun:
pal e tampa e füsilasiun
per tüti quanti
A l'à mac na fissasiun:
pal e tampa e füsilasiun
per tüti quanti
Peui i fuma 'n culunel
l'à le mine 'n t' el servel
fa sautè tüti
Peui i fuma 'n culunel
l'à le mine 'n t' el servel
fa sautè tüti
A j è Nino cul vigliac
l'è beivüsse ël cugnac
'd tüta la banda
A j è Nino cul vigliac
l'è beivüsse ël cugnac
'd tüta la banda
A j è Marco 'l nost tenent
a l'ha d'pui d'alevament
per tüti quanti
A j è Marco 'l nost tenent
a l'ha d'pui d'alevament
per tüti quanti
A j è Ivano che a i so umnet
ciula sempre i sigaret
giugand a scupa.
A j è Ivano che a i so umnet
ciula sempre i sigaret
giugand a scupa.
*********************Quando ero a Paralup
si dormiva sotto i tetti
e senza paglia.
Si doveva tirare la cinghia
e ti facevano le tagliatelle
con il tritolo.
Alberto, per risparmiare
pur di mangiare
faceva il pane di merda.
Se poi Leo da Torino
non arriva con i soldi
noi tiriamo la cinghia.
C'è poi Livio, quello sgonfione
con il suo Partito d'Azione
ci stanca tutti.
Ora abbiamo un capitano
che è buono come il pane
è Dio in terra.
Ha solo una fissazione:
palo, fossa e fucilazione
per tutti quanti.
Poi abbiamo un colonnello
ha le mine nel cervello
fa saltar tutti.
E c'è Nino, quel vigliacco
s'è bevuto il cognac
di tutta la banda.
E c'è Marco, il nostro tenente
che ha i pidocchi di allevamento
per tutti quanti.
C'è Ivano che ai suoi ragazzi
frega sempre le sigarette
giocando a scopa. ¹
partigiani a Paralup, al centro in piedi Nuto
Ecco volevo iniziare con questa canzone per presentare parte della storia e personaggi di alcuni luoghi in cui ho vissuto l'infanzia e gioventù, essendo questi le terre originarie della nonna paterna, luoghi a cui sono tutt'ora indissolubilmente legato.
Paraloup (“difesa dai lupi”) è una borgata situata a 1.361 metri nel comune di Rittana, tra le valli Stura e Grana, provincia di Cuneo, dove durante la Resistenza operò la banda “Italia Libera”, facente parte delle brigate partigiane “Giustizia e Libertà” legate al Partito d’Azione (il cui organo di stampa si chiamava, per l’appunto “L’Italia Libera”).
La banda Italia Libera, costituitasi l’11 settembre 1943 a Madonna del Colletto per iniziativa di 12 antifascisti, tra i quali Duccio Galimberti, Dante Livio Bianco, Ettore Rosa e Dino Giacosa, si spostò a Paraloup alla fine del mese, e qui rimase fino alla primavera del 1944. In marzo, con il sopraggiungere di nuovi volontari e renitenti alle leve fasciste, la formazione si articolò: nelle baite di Paraloup restò la 1ª banda, mentre se ne costituirono altre 3, che si spostarono nel Vallone dell’Arma, in Valle Gesso e in Valle Maira. La borgata Paraloup fu un punto di riferimento importante per i partigiani anche successivamente, a partire dall’inverno del 1944 e fino alla Liberazione.
¹ Il testo della canzone fu composto collettivamente dai componenti del gruppo nel marzo 1944, mentre alcune delle nuove bande partivano da Paraloup per raggiungere i nuovi obiettivi. Nel testo sono ricordati alcuni dei partigiani che operarono nella formazione e cioè:
Alberto Bianco,
Leandro Scamuzzi ("Leo"),
Dante Livio Bianco,
Nuto Revelli (il capitano),
Ezio Aceto (il colonnello),
Giovanni Monaco ("Nino"),
Giuseppe Martorelli ("Marco"),
Ivanoe Bellino.
in questa foto sono visibili nell'ordine da sinistra a destra:1 - Dante Livio Bianco (Livio), originario di Valdieri, avvocato, classe 1909.
Commissario politico e comandante militare delle formazioni “Giustizia e Libertà”
2 - Edoardo Soria (Dado), artigiano, classe 1906, partigiano della Banda “Italia Libera”, poi intendente di detta banda, quindi della Brigata Valle Stura e infine della I Divisione alpina GL.
3 - Giocondo Giacosa (Dino); avvocato, perseguitato politico, confinato a Ventotene, partigiano della banda “Italia libera” poi commissario politico del Gruppo Divisioni Autonome “Rinnovamento”.
4 - Galimberti, Tancredi (Duccio); avvocato, membro del comando della Banda “Italia Libera”, poi comandante regionale delle Formazioni GL del Piemonte, ucciso dai fascisti il 3 dicembre 1944.
5 - ? Partigiano che non conosco, dalla foto non si capisce bene ciò che è scritto in basso.
6 - Giuseppe Vento (Pino); nato a Venetico (Messina), funzionario di Dogana ufficiale di complemento, reduce dal fronte greco-albanese, decorato al Valor Militare, Partigiano della Banda “Italia Libera”, poi comandante della I Banda e infine ufficiale addetto al comando della II Divisione alpina GL.
(le riproduzioni fotografiche sono tratte dal libro di Walter Cesana, Rittana “il paese del rio” cap. V, pag. 350/358.)Per approfondire sugli eventi storici di quegli anni in quelle zone consiglio questo libro:Dante Livio Bianco, “Guerra partigiana” Einaudi 28 Aprile 1973,
con ampia introduzione di Nuto Revelli
e in appendice il discorso di Livio Bianco,
pronunciato a Cuneo il 18 settembre 1948 alla presenza del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi.
Paralup oggiIn questi ultimi anni la borgata Paraloup, che era rimasta disabitata e diroccata, è stata interamente recuperata e rivitalizzata grazia ad un progetto della Fondazione Nuto Revelli.
link:
www.nutorevelli.org/progetti_paralup.aspxsaluti,
Rab