Forse e' ora di parlare del Gen. Alphonse Juin
https://it.wikipedia.org/wiki/Alphonse_JuinSuo padre faceva parte della gendarmeria. Juin entrò nel 1910 all'École Spéciale Militaire de Saint-Cyr. Il suo primo comando riguardò la conduzione di truppe coloniali; allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, fu inviato sul fronte occidentale, alla testa di un'unità di tabors marocchini. In questo periodo subì una grave ferita al braccio destro, perdendone l'uso; trascorse la convalescenza in Marocco, dove tenne il comando di una compagnia mitraglieri. Nel 1918 divenne capo di Stato Maggiore della 150ª Divisione di fanteria.
Alla fine della prima guerra mondiale si occupò prima dell'insegnamento in accademia, poi riprese il comando attivo in Marocco per la soppressione di una rivolta. Insegnò tattica col grado di colonnello; divenne capo di Stato Maggiore Generale allorché torno in colonia e generale dell'armata africana nel 1938. Durante l'attacco tedesco alla Francia nel 1940 era al comando della 15ª Divisione di fanteria motorizzata a Dunkerque. Fu fatto prigioniero dai tedeschi e rilasciato grazie a Philippe Pétain. Al comando dell'armata coloniale di Vichy, nel novembre 1942 si arrese alle truppe statunitensi. Venne prima messo a capo di truppe in Tunisia, poi al comando del corpo di spedizione francese in Italia.
Da diverse fonti ci è pervenuto un suo comunicato fatto alla vigilia dell'attacco del 14 maggio 1944 alle truppe marocchine, i cosiddetti goumiers della divisione del generale Dody e della divisione del generale Guillaume:[senza fonte]
« Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all'ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete »L'invio di tale comunicato non fu mai confermato ufficialmente, ma fu confermato dai fatti. Nelle ore successive allo sfondamento della linea Gustav, settemila soldati marocchini, liberi dal comando, si avventarono su di una ampia area della provincia di Frosinone e della provincia di Latina devastando, razziando, violentando. Le conseguenze furono spaventose: secondo le fonti ufficiali furono stuprate più di 7.000 donne dagli 8 agli 85 anni. Furono sodomizzati all'incirca ottocento uomini; tra di essi anche il prete di Santa Maria di Esperia, don Alberto Terrilli, che morì poi per le ferite. Le vittime vennero rozzamente definite "marocchinate". Fu razziato il 90% del bestiame. Testimonianze ricordano come truppe canadesi, uscendo dalla loro area di competenza, intervennero riuscendo a fermare in parte lo scempio su richiesta della popolazione in fuga. Quando la notizia si diffuse il Vaticano chiese ufficialmente che le truppe franco-maghrebine non entrassero a Roma.[senza fonte]Alberto Moravia scrisse il romanzo La ciociara su questi fatti e Vittorio De Sica lo tradusse nell'omonimo film con Sophia Loren.