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| Per una volta non posso che essere d'accordo con il giudizio un po' "tranchant" del mio carissimo amico Matt...
I Pulse Induction sono nati PROPRIO per poter operare sui terreni mineralizzati dove invece i VLF fanno per forza più fatica per via della perdita di equilibrio di induzione tra le bobine data dalla permeabilità magnetica del suolo che comporta una deformazione del campo elettromagneti emesso dalla bobina trasmittente.
Come ho già detto nei post precedenti, anche i Pulse Induction, su terreni ESTREMAMENTE mineralizzati iniziano a perdere qualche colpo perchè, per quanto questa tecnologia riesca a separare meglio la componente X (reattiva) del segnale (che è dominante nel terreno) da quella R (resistiva), grazie allo spegnimento della trasmissione per qualche istante, nel caso di terreni ESTREMAMENTE mineralizzati la componente R tende ad aumentare in maniera più che proporzionale, andando a confondersi con quella X. Ecco quindi che il detector inizia a manifestare una certa instabilità. Alcuni detector Pulse moderni (vedi TDI, GPX etc), hanno introdotto una forma di bilanciamento del terreno che in sostanza analizza la risposta X e R del terreno quando è privo di target ed effettua una serie di calibrazioni. Purtroppo questo sistema, per quanto permetta all'operatore di utilizzare il detector anche nei terreni più estremi, ha come rovescio della medaglia una certa perdita di prestazioni.
Ma, vivaddio, a volte è meglio perdere 2-3 cm che non operare per nulla, no?
Leonardo AMD Tech Team
PS Mi scuso se in questo post sono stato più tecnico del solito. Se l'argomento è d'interesse posso provare a svilupparlo e semplificare la cosa.
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