METAL DETECTOR HOBBY

I ferri per buoi

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view post Posted on 6/11/2016, 15:44     +1   +1
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sergent

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Grazie anche da parte mia,non pensavo che questi umili manufatti avessero così tanto da raccontare.
Leggendo il post mi è tornato alla memoria un ritrovamento fatto alcuni anni fa in Val D'Assa, all'epoca mi era venuta l'idea di provare a mettere il metal sui pendii scoscesi che fiancheggiano la statale, fu proprio in questa occasione che ne trovai una marea, tutti a distanza ravvicinata tanto da chiedermi come ci fossero finiti.
........Sono ancora li, magari qualcuno avrei potuto prenderlo.
 
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view post Posted on 6/11/2016, 16:10     +1   +1
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tenent
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Beh, se vuoi una mano e recuperarli fammi un fischio... 🙌
Nelle zone di montagna si trovano poi della piacevoli varianti. Giusto questa estate ho recuperato in Cadore dei ferri per buoi di una variante che non avevo mai visto.
 
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view post Posted on 6/11/2016, 18:29     +1   +1
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soldà

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Ottimo Fochista, letto con piacere il tuo approfondimento sul tema. Gia a suo tempo avevo avuto modo di apprezzare le tue conoscenze sulla mascalcia.
Si può proprio dire che sei veramente "ferrato" in materia :D .
A parte gli scherzi, grazie ancora.
Mandi.
 
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view post Posted on 16/11/2016, 17:24     +2   +1   +1
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White's M6 + Detech Sef 12x10
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Ritornando a noi, devo confessare, in linea a quanto già detto, che il riconoscimento dei ferri da cavallo con il foro lo devo al buon Talpaman che da quello che ho capito, ha avuto la fortuna di apprendere alcuni segreti della mascalcia direttamete sul campo.

Rientro in questa interessante discussione per far conoscere agli appassionati un'altro segreto della mascalcia per quanto riguarda la ferratura d'emergenza eseguita su di un cavallo affetto da zoppia momentanea di un'arto anteriore causata da sobbattitura (contusione) del quarto dello zoccolo. Il problema non trascurabile capitò alla mia cavalla da sella (una maremmana migliorata, molto pesante sui quattro quintali) durante un trekking sui monti del mio paese (monti pisani) intrapreso nell'ormai lontano 1986.



Durante quel trekking (a quel tempo eravamo agli albori della riscoperta del quadrupede quale mezzo di locomozione estrema) insieme ad un'amico volemmo ripercorrerre le vecchie strade e i sentieri mulattieri di vetta che collegavano, quali vie d'accesso montano, le province di Lucca e Pisa durante il periodo 1000-1400. Tale viabilità nei vari libri di letteratura antica era ben nota e ben specificata ed era particolarmente ben curata visto il continuo duellare fra le due province per la conquista e l'espansione di nuovi territori. Alcune strade sono ancora praticabili alcuni sentieri, i più estremi, soffrono invece dell'inevitabile abbandono dovuto alla perdita della plausibile importanza strategica e viaria di un tempo e fu proprio su uno di questi sentieri, totalmente ricoperto da ghiaioni affioranti, che la cavalla scivolando di quarto e per non cadere, caricò il suo notevole peso (ed il mio) sullo zoccolo anteriore sinistro causando l'inevitabile contusione del fettone e soprattutto del suo quarto. La zoppia fu quasi da subito manifesta e il mio proseguo a piedi fu cosa inevitabile. Informato il maniscalco di fiducia, il giorno dopo fu provveduto ad una nuova ferratura correttiva (meglio sarebbe dire terapeutica) volta a lenire il dolore dell'animale e alla possibilità di proseguire a cavalcare.
Il ferro che ancora conservo fu eseguito sul posto adoperando un ferro nuovo, similare ma di misura un pò inferiore in modo da eliminare l'applicazione di un chiodo nell'unghia dello zoccolo vicino alla parte lesa.

Ferro di misura normale al plantare n°6 con i sei buchi per chiodi regolamentari.



Ferro di misura leggermente inferiore con cinque i 5 buchi dei chiodi.



Il ferro di dimensione più piccola fu oggetto di martellatura a freddo per allungare sia il buco del fettone che le parti finali in modo da riottenere la regolare misura plantare dello zoccolo del cavallo.





Fra le parti finali, per la protezione del quarto leso, fu applicata tramite saldatura elettrica una barretta di ferro opportunamente sagomata atta a non far gravare sul tallone il peso dell'animale e del cavalier durante la marcia. La sagomatura della barretta consiste in una curvatura di modeste dimensioni rivolta all'interno dello zoccolo che però è sufficiente a non permettere un diretto appoggio sul terreno e quindi una minore compressione della parte lesa durante la normale posa del ferro nella sosta o nell'andatura. Ma quello che è di fondamentale importanza ai sensi della terapia curativa del dolore durante la marcia è rappresentato dalla presenza di una nicchietta, appositamente creata sulla barretta dal maniscalco, che ne decide dimensioni, scanalatura e lunghezza a seconda della contusione della parte lesa. Il trattamento si dimostrò di vera efficacia tanto da permettere senza alcun problema il proseguo e la realizzazione dell'intento prefissato.









Eh si, la mascalcia se eseguita da professionisti qualificati ha rappresentato e rappresenta tutt'oggi un'arte da tutelare. Durante il mio trascorso "cavallesco" ho avuto modo di sperimentare anche attraverso altri episodi il notevole contributo che tale arte può apportare nel mondo dell'ippica volto alla salvaguardia delle prestazioni sportive e non dei quadrupedi impiegati, un'arte che oltre alla praticità dell'esecuzione impone anche una cultura medica/veterinaria non trascuarbile. Apprezzando tutto questo il recupero delle ferrature con il metal detector non può che essere considerato di interesse e oltremodo valorizzato in una collezione da scavo.
Scusandomi per il lungo OT ma sperando di aver fatto cosa gradita ......
Saluti a tutti.

Edited by Talpaman - 16/11/2016, 21:06
 
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view post Posted on 16/11/2016, 17:35     +1   +1
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general
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Interessante, grazie Luciano :)
 
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view post Posted on 16/11/2016, 20:06     +1   +1
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soldà

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Bello complimenti

Dicevo tutta la spiegazione ovviamente...😃
 
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view post Posted on 16/11/2016, 23:57     +1   +1
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tenent
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Grazie mille Luciano per il tuo bel contributo. Spero di trovare presto il tempo e le forze per aprire una discussione sulla catalogazione e datazione dei ferri di cavallo. A dire il vero avrei già tutta la documentazione pronta (tanto che si potrebbe pensare anche a qualcosa di più di una semplice discussione) ma mi manca il tempo... Magari per quando sarà ti chiederò una collaborazione. :P
 
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view post Posted on 27/3/2017, 16:46     +1   +1

sergent

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CITAZIONE (fokista @ 29/5/2016, 08:02) 
Ripropongo qui una mia vecchia discussione che avevo postato in altri lidi, sperando possa comunque incontrare il vostro interesse.
Spero quindi che queste righe vi siano gradite, anche considerando con quale frequenza ci imbattiamo in questi ritrovamenti. :B):

Dunque,
i mammiferi provvisti di zoccoli sono detti ungulati e si dividono in due grandi categorie: gli artiodattili e i perissodattili. La differenza tra questi due gruppi consiste nel numero di "dita" presenti sulle zampe.

I perissodattili hanno un numero dispari di dita. Per questo nel corso del tempo un dito con la relativa unghia si è sviluppato e specializzato nel sostenere il peso dell'animale. In questa categoria rientrano i cavalli, i muli, gli asini, le zebre, ecc. Vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Perissodattili

Gli artiodattili invece hanno un numero pari di dita. Per questo anche il peso dell'animale si è dovuto suddividere per ogni zampa su due dita che si sono sviluppate specularmente. All'ordine degli artiodattili appartengono numerose famiglie (vedi http://it.wikipedia.org/wiki/Artiodactyla) ma soprattutto, per quel che ci interessa qui, la famiglia dei bovidi.

Questa premessa un poco "cattedratica" serve a spiegare scientificamente la differenza dei ferri equini da quelli bovini. Mentre la ferratura dei cavalli e simili è fatta per proteggere un'unica grande unghia (leggi zoccolo), nei bovini è necessario invece proteggere due unghie ben distinte. Ecco perchè i ferri per buoi possono apparire come dei "mezzi ferri di cavallo". In realtà si trattava invece di ferri indipendenti, che venivano applicati su entrambe le unghie di ogni zampa.
Come per i ferri di cavallo anche quelli per i bovini venivano fissati con i chiodi battuti direttamente nell'unghia dell'animale. Tralasciando i modelli più antichi, questi chiodi hanno generalmente una sezione quadrata/rettangolare e la capocchia è a forma di tronco di piramide rovesciata. Questo per evitare al minimo la possibilità che questi chiodi si muovessero con la relativa perdita di stabilità del ferro.



Sempre a questo scopo anche i fori sul ferri erano quadrati o rettangolari, con una svasatura adatta ad accogliere la capocchia piramidale dei chiodi. Ma per essere più chiaro non c'è nulla di meglio di una bella immagine:



I ferri per bovini potevano essere delle semplici "suole" di ferro, come quella della foto qui sopra, o presentare delle "tasche" atte ad agganciare meglio l'unghia. Eccone un paio di esempi.




La ferratura di questi animali serviva naturalmente a salvaguardarne gli zoccoli. Ma trattandosi di animali impiegati soprattutto nel traino di grandi masse (carriagi, tronchi, aratri ecc.., erano in fondo le grandi motrici dell'epoca preindustriale) anche le loro ferrature era adeguata a terreni pianeggianti o comunque non troppo dissestati o scoscesi. Per questo generalmente i ferri per i buoi sono sprovvisti dei ramponi (fissi o mobili) tipici invece dei ferri di cavallo. Ma non sempre.. Non dimentichiamo ad esempio che fino all'età napoleonica le artiglierie degli eserciti dovevano essere trainate su ogni tipo di terreno proprio dai buoi. Ecco infatti un esemplare fornito di rampone nella parte posteriore.



Come per la forma dei ferri di cavallo anche per quelli dei bovini ci sono delle differenze regionali. Infatti ho notato come i ferri di area anglosassone siano differenti dai "nostri" ed abbiano una forma più stretta, a mo' di virgola.
Ecco un esempio di ferri provenienti da una raccolta statunitense che hanno anche il pregio di essere montati a scopo didattico su uno zoccolo.



Osservando bene, oltre alla forma, in questi ferri certamente non antichi vi sono anche altre diversità rispetto ai ferri che troviamo generalmente dalle nostre parti. Vi è la presenza di ramponi sia nella parte frontale che in quella posteriore del ferro e i fori dei chiodi sono disposti in un solco (di cui non conosco il termine tecnico esatto :angry: ) esattamente come avviene nei ferri di cavallo di epoca moderna. Inoltre è differente anche la testa dei chiodi. Infatti, qui la capocchia è schiacciata lateralmentementre. Ecco perché in alcuni testi di area anglosassone i chiodi per i ferri dei buoi sono descritti e raffigurati così:



Sempre a riguardo del modello a "virgola" vi propongo altri due esemplari di epoche differenti. Il primo proviene dal museo di Aylesbury (GB) e presenta un bordo esterno "ondulato", in corrispondenza dei fori per i chiodi. Questo modello è probabilmente tra i più antichi e ricorda i ferri di cavallo altomedievali. Purtroppo non è facile trovare dei ferri così antichi anche perché, secondo alcuni autori, il materiale con cui venivano fabbricati questi ferri era assai più scadente, e quindi più soggetto a corrosione e rotture, di quello dei ferri di cavallo.



Il secondo modello che vi propongo testimonia invece il passaggio dalla fattura artigianale a quella industriale dei ferri per buoi. Ed ecco allora un bel paio di ferri industriali con tanto di numero "patent":



Naturalmente vi saranno altre numerose varietà, legate alla tipologia del terreno, alla tecnica di forgiatura, alla tradizione regionale, ecc... Bisogna inoltre sempre ricordare che i maniscalchi creavano questi ferri quasi a misura delle zampe dell'animale che variavano naturalmente notevolmente per dimensione ed anche per forma o caratteristiche "individuali" dell'animale. Vi erano infatti, come per i cavalli, ferri speciali per correggere un appoggio imperfetto del piede e ferri protettivi per proteggerne magari la parte più interna. Come in questo caso dove i ferri delle due unghie risultano uniti, probabilmente proprio per ragioni veterinarie.





Bene, per ora, ma solo per ora ;) , è tutto.
A presto!

Fokista ho appena riportato alla luce un bel ferro che penso possa interessarti, appena rientro lo posto.
 
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view post Posted on 27/3/2017, 17:26     +1   +1
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tenent
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Benissimo! :P
 
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view post Posted on 27/3/2017, 18:37     +1   +1

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Niente di trascendentale, ma è il primo ferro x buoi fatto in questo modo che mi capita...








 
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view post Posted on 29/3/2017, 21:52     +1   +1
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tenent
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In effetti è curioso. Al contrario dei modelli più diffusi, nel tuo ferro la "tasca" avvolge l'unghia dell'animale frontalmente e non lateralmente.
Ma in fondo non c'è da stupirsi. Le varietà sono veramente molte. Di recente ne ho scovata un'altra che ho definito a "coda di rondine". Lasciatemi un paio di giorni e vi presento le foto dei pezzi restaurati. :P
 
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view post Posted on 1/4/2017, 08:24     +1   +1
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tenent
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Ed ecco la variante a "coda di rondine". Entrambi i pezzi li ho trovati in Cadore, nel bellunese, ben oltre i 1000 metri di altezza s.l.m. Evidentemente in tale contesto i bovini ferrati erano utilizzati per il traino del legname e per i lavori di costruzione di alcune strutture militari presenti nella zona. D'altronde la presenza di ramponi sia nella parte anteriore che posteriore di questi ferri la dice lunga.
In ogni casi la vera particolarità di questi ferri è la parte terminale a coda di rondine che non avevo mai notato altrove. Evidentemente si tratta di una varietà legata alla produzione locale.



 
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view post Posted on 1/5/2018, 22:21     +1   +1
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ciao Fok, come sempre riesci a stuzzicare la curiosità alle persone con i tuoi post....
una curiosità:
questo ferro, da te postato:

15arrq

potrebbe essere un ferro anti "Piedi di corvo" o "Chiodi azzoppamuli"?

346q686

usati un pò in tutte le epoche contro gli attacchi di fanteria.....

ciao
 
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view post Posted on 2/5/2018, 07:35     +1   +1
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tenent

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Nei primi anni della mia ricerca col metal , al rientro avevo sempre un paio di pezzi di ogni genere ,la mia incoscenza ,e ignoranza mi ha fatto disfare di tanta bella storia dietro un pezzo in apparenza cosi banale ,a saperlo ,forse gli unici sono quelli appesi nella casa del pane , il resto e finito nelle fondamenta della casa ,magari se vi può interessare li posso fotografare e postarli ciao
 
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view post Posted on 4/5/2018, 23:17     +1   +1   +1
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tenent
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CITAZIONE (DeepDig @ 1/5/2018, 23:21) 
ciao Fok, come sempre riesci a stuzzicare la curiosità alle persone con i tuoi post....
una curiosità:
questo ferro, da te postato:

15arrq

potrebbe essere un ferro anti "Piedi di corvo" o "Chiodi azzoppamuli"?

346q686

usati un pò in tutte le epoche contro gli attacchi di fanteria.....

ciao

Ciao Deep, ti ringrazio per questa domanda e mi scuso se hai atteso tanto per una risposta.
Questo ritardo non è dovuto solamente a mancanza di tempo, ma soprattutto al fatto che la tua domanda esige una risposta un poco articolata. Domanda sulla quale ho dovuto inoltre riflettere e documentarmi un po'.
Dunque il ferro che hai pescato dalla mia discussione è per bovini e quindi mi sentirei di escludere che sia stato adottato come forma di difesa dai "triboli". Questo tipo di arma passiva è stata infatti sviluppata fin dall'antichità per impedire gli attacchi sia della cavalleria che dei reparti appiedati. I bovini, per le loro stesse caratteristiche fisiche, non sono adatti ad operazioni offensive. Ecco perché mi sento di escludere che quella "suola ferrea" sia da relazionare ai triboli.
Vi sono "suole ferree" anche per cavalli e muli però... Ovvero ferrature che proteggono completamente o quasi completamente la pianta dello zoccolo. Ma anche in questi casi, sono ferrature speciali legate a necessità veterinarie o all'utilizzo su terreni particolari. Ad esempio, in ambito asiatico od africano, le "suole ferree" non sono state sostituite dai più comuni ferri di cavallo proprio perché meglio proteggevano gli zoccoli degli animali dai suoli pietrosi o roventi. Si tratta quindi di motivazioni di natura ambientale, non certo militare.
Però...
Nonostante tutto questo la tua domanda nasconde probabilmente una parte di verità. Secondo alcuni autori la nascita dei ferri di cavallo è legata almeno in parte alla necessità di proteggere i cavalli dai triboli. Anzi, taluni sostengono, che l'addomesticamento dei cavalli sia soprattutto legato a necessità militari. Ma, tralasciando quest'ultimo punto, è comunemente risaputo che la prima forma di protezione adottata dai romani furono gli ipposandali. Che sono in fondo delle suole ferree fissate con lacci al posto dei chiodi...

C3LqooGWEAASJID

Insomma, se di fronte al pericolo dei triboli la cavalleria romana ha sviluppato gli ipposandali, non è del tutto errato vedere in questo pericolo la spinta iniziale per lo sviluppo delle successive forme di ferratura. E' questa la teoria avanzata del resto nel testo The Military Invention of Horseshoes; How and Why Horseshoes Were Inented di David T. Jones e dal sito Roma-Victrix https://www.roma-victrix.com/summa-divisio...j=1525471953233
Bene, spero d'essermi spiegato.

A presto!
 
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